di marco benanti e marco pitrella
Un altro giorno, senza che Fiumefreddo assessore sia diventato, è passato. E’ vero, questo giornale a volte ha criticato il modus operandi dell’avvocato Antonio; non lo neghiamo e chiediamo venia se spesso questa testata è stata ingenerosa & se di presunzione ha peccato. Non basta criticare o, per usare vecchie espressioni polverose, “fare una buona opposizione”. Per migliorare questa terra, disgraziata e maledetta, nella politica ci si deve stare con la testa & con il cuore.
Fiumefreddo nelle istituzioni c’è. A capo di “Riscossione Sicilia” sta facendo un lavoro egregio e il negarlo rasenterebbe la follia.
Il suo passato nel VCd, il “vecchio centro destra”, è una pesante zavorra? Un impedimento alla nomina? Sappiano lor signor detrattori che il futuro è l’unico tempo in cui possiamo andare.
Un dolce volta gabbana? Allora Winston Churchill, durante la seconda guerra mondiale, mai avrebbe dovuto allearsi con Stalin… risultato? Hitler sarebbe ancora lì.
“Preferisco aver ragione piuttosto che essere coerente” fu la risposta del premier britannico.
La ragione si da agli scecchi? Ecco la Sicilia che non vuol cambiare.
Historia magistra vitae, ma purtroppo c’ha insegnato Karl Marx si ripete sempre due volte, la prima in dramma e la seconda in farsa…
Chi vuol fermare Fiumefreddo? I conservatori di tutte le risme sono ancora all’opera!
Nel 2014, fu assessore lampo per qualche dì e fu un dramma, appunto. Vogliamo che l’oggi sia una farsa? Il Piddì che per Saro – “vittima della più grosso attentato alla democrazia” (telefonata di Tutino, ndr), parole sue sono – non mosse un dito, ma anzi…
Attorno a Crocetta solo “sanpietrini” in quel nero weekend. In tanti rinnegarono Saro prima ancora che il gallo cantasse una sola volta. Solo Fiumefreddo, da solo, fu vicino al presidente “fra il silenzio & la pazienza”.
Adesso si tratta di “percorrere le vie che portano all’essenza”.
Un governo troppo appiattito sui “politicanti” rischia di diventare il preludio per il ritorno ai vecchi giochi di potere che hanno dato luogo alla “manciugghia”.
E’ opportuno, quindi, che in giunta Crocetta abbia qualcuno di cui si possa fidare… qualcuno che si chiami Antonio Fiumefreddo.
In fondo è “la quota” che spetta al Presidente; e se un tempo la prassi era la spartizione – fra i partiti – di prestigiose posizioni di potere, con la rivoluzione tutto diventa collegialità e responsabilità.
Continuando di questo passo mafffia & malaffare saranno presto relegati al passato del popolo siciliano.
Un ultimo passo ancora e che la speranza di vedere Fiumefreddo assessore non voli via nel vento come questo giorno appena andato.
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