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Politica, Rifondazione: Regione intervenga per anticipazione da parte delle banche della cassa integrazione e ammortizzatori
Pubblicato il 28 Marzo 2020
Tra le ormai note nefandezze del “Jobs Act”, spiccava un’unica nota positiva (Art. 7), ovvero l’obbligatorietà in capo alle Aziende di anticipare al lavoratore il denaro relativo alle competenze di cassa, onde evitare che il lavoratore stesso resti senza alcun reddito in attesa dell’erogazione dell’assegno da parte dell’INPS (in momenti non emergenziali l’attesa poteva durare circa due mesi). Tale obbligatorietà viene meno SOLO nel caso in cui l’Azienda sia in concordato oppure abbia presentato gli ultimi due bilanci in rosso.
La nota INPS N.1287, emanata dall’Istituto il 20 Marzo, consente invece, all’interno dell’emergenza COVID-19, la possibilità anche per le Aziende che sono in situazione tutt’altro che critica dal punto di vista finanziario e avrebbero quindi la liquidità necessaria per poter procedere con l’anticipo, di optare per il pagamento diretto da parte dell’Inps.
Inoltre il datore di lavoro, secondo l’attuale procedura, può inviare solo alla fine del periodo richiesto il prospetto con i dati (numero di lavoratori e ore per cui è stato effettivamente utilizzato lo strumento) che consente all’Inps il pagamento. Questo significherebbe che i lavoratori collocati in cassa integrazione nel mese di marzo potrebbero percepire i pagamenti della cassa integrazione dal mese di giugno.
Sarebbe una tragedia nella tragedia dunque per le lavoratrici e i lavoratori del Paese.
Molte famiglie infatti hanno già dato fondo ai risparmi e vivono alla giornata. Come potranno fare la spesa, pagare l’affitto, sopravvivere senza reddito per mesi?
Nel mentre chiediamo al Governo di trovare in fretta una soluzione – accordo con ABI, blocco affitti, reddito di quarantena – prima che esploda la polveriera sociale che si sta andando a creare è bene che la Regione si attivi per quanto di sua competenza.
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