di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Politica “rivoluzionaria” e casinò: l’assessore Marino “apre”. Mario Ciancio apprezza e magari ringrazia?
Pubblicato il 23 Febbraio 2013
Il tabù decennale sta per finire: il “governo antimafia” di Saro Confindustria “cambia tutto”. Ora niente più pericolo di Cosa Nostra: e su “La Sicilia” articolo di Tony Zermo. E sulla “Gazzetta del Sud” altro pezzo…di iena miscredente marco benantiLeonardo Sciascia – 10 gennaio 1987 – I professionisti dell’antimafia
“Sicché se ne può concludere che l’antimafia è stata allora strumento di una fazione, internamente al fascismo, per il raggiungimento di un potere incontrastato e incontrastabile. E incontrastabile non perché assiomaticamente incontrastabile era il regime o non solo: ma perché talmente innegabile appariva la restituzione all’ordine pubblico che il dissenso, per qualsiasi ragione e sotto qualsiasi forma, poteva essere facilmente etichettato come “mafioso”. Morale che possiamo estrarre, per così dire, dalla favola (documentatissima) che Duggan ci racconta. E da tener presente: l’antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando”.
Ci voleva il governo “antimafia” per fare le cose che da decenni si dice non si possono fare per colpa della mafia. E così l’assessore regionale all’energia (ma che cosa c’entra il casinò allora?) Nicolò Marino fa dichiarazioni di apertura al casinò. E dove? A Taormina.
Al centro, negli anni Sessanta, di una vicenda controversa che vide affossare la speranza della Sicilia di avere una casa da gioco.
Ora, però, che la legalità sta trionfando si può fare. “Non si può non fare per paura della mafia”, titola “La Sicilia” di giovedì scorso, in prima pagina. Tony Zermo, la firma di punta di Ciancio, firma il pezzo a pag 6. E parla Marino.
Ma non è finita su “La Gazzetta del Sud” dello stesso giorno, a pag 23, altro pezzo “Nicolò Marino apre al Casinò di Taormina: perchè non va fatto?” Dichiara l’assessore: “Il casinò a Taormina? Perchè no. Si parla sempre di rischio infiltrazioni mafiose, ma di casinò ce ne sono diversi in giro per l’Italia. Non condivido la logica del non fare per il pericolo della mafia, questo è un ragionamento che non si addice a chi governa.Noi governiamo e dobbiamo dare risposte, gli strumenti per contrare la mafia ci sono…”.
Ma nel caso si facesse dove si potrebbe fare il casinò a Taormina? Ci penseremo a lungo, vediamo se troviamo la risposta. Forse Mario Ciancio potrebbe già saperlo?
Comunque, tutto a posto, con l'”antimafia” al Potere, tutto o quasi si può fare. Ne dubitate? Potreste essere passibili di concorso morale esterno, ricordatelo tutti!
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