Politica rossazzurra, corsa a Palazzo degli Elefanti: tra Bianco e Berretta spunta…Caserta!


Pubblicato il 08 Gennaio 2013

Attenzione. E’ tornata la iena più temuta…proprio lei, Iena Ridens. Aiuto!!!

ecco la sua ‘ultima “ienata”.

Venghino, siori, venghino, che la campagna elettorale sta entrando nel vivo. Al Tg5 delle 13 Enzo Bianco ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Catania (ovviamente presentandola come un grosso sacrificio che Lui fa per amore verso la città. Il fatto che il Pd non lo abbia ricandidato e che i Montiani United non se lo siano filato più di tanto, non c’entra, of course…). A breve seguiranno le raccolte di firme degli infermieri del Cannizzaro, degli ambulanti della Fiera, dei paninari di via del Rotolo, del personale paramedico di Villa Arzilla, tutti devoti tutti alla causa del sindaco più amato dai catanesi che venti anni fa avevano venti anni per cose successe venti anni fa, mentre i ventenni di oggi non sanno di cosa si stia parlando.Comunque. Lo scenario si delinea. Stancanelli, abbracciata la causa di Fratelli d’Italia, sarà il candidato unitario di quel che resta di un centrodestra ancora capace di sopravvivere alla gestione illuminata dello scrittore Pino Firrarello e del genero d’autore Giuseppe Castiglione, in rampa di lancio per la Camera ostentando la certezza di entrare a farne parte. Giuseppe Berretta, il più votato alla primarie catanesi grazie all’infaticabile attività di donatore di sangue della Cgil villariana, già da tempo ha annunciato la sua discesa in campo, con tanto di inaugurazione di comitato elettorale, logo e nome della lista a sostegno, dando per scontato l’appoggio del Pd. I tre nomi forti dovrebbero essere questi, catalogando al livello di boutade quella della candidatura del giovane deputato regionale Sammartino, annunciata da super Tuccio D’Urso in quota Udc. Ma, se l’Udc non ha oggi un proprio candidato, sarà di certo l’ago della bilancia della contesa. La sapiente regia politica di Lino Leanza (o la brillante campagna acquisti condotta tra le fila del Mpa, soprattutto, per quelli che non masticano l’inglese) ha portato il partito erede diretto del Biancofiore, che come si sa è simbolo d’amore, ad essere il più strutturato della provincia. Leanza, Forzese, Sammartino, D’Agostino, Pistorio (anche se ancora la Snai non quota che la rottura tra Giovanni e Raffaele Lombardo sia vera), consiglieri comunali e provinciali in crescita, adesioni su adesioni in tutti i comuni della provincia. Insomma: una forza elettorale che nell’elezione dove, per eccellenza, “i voti si contano uno a uno, ed ogni dieci se ne conta uno”, come spiegava la buonanima di Nino Drago, farà la differenza.Già: ma a favore di chi?Peseranno, nella scelta di appoggiare questo o quel candidato, anche elementi che fanno riferimento allo scenario politico nazionale. Dove l’Udc è il partito forte della coalizione Monti, e lo è grazie proprio al granaio di voti siciliano, e a quello catanese in particolare. Scartata l’ipotesi Stancanelli, a meno che il partito di Casini decida di correre al primo turno con un proprio candidato, si tratta di capire con chi farà asse. Quando l’accordo Pd-Udc sembrava solido e lanciato per le politiche (prima cioè che Saro Confindustria non decidesse di giocare una partita autonoma lanciando il movimento del Megafono), a Catania veniva dato per scontato l’accordo sull’accoppiata Beretta a Palazzo degli Elefanti, Leanza a Palazzo dei Minoriti. Ma poi qualcosa è cambiato, e la partita per le cariche istituzionali per l’Ars ha lasciato il segno. Berretta è uscito indebolito, potendo contare sul sostegno di un partito che a Catania, per le amministrative, vale non più del 15%, per giunta dovendo scontare l’emorragia di voti che la candidatura di Bianco produrrà. Questi, per quanto nell’intervista rilasciata alla rete ammiraglia del “nemico” Mediaset (guarda un po’, quando il caso dice la combinazione, avrebbe chiosato Nino Frassica) abbia auspicato che la sua candidatura possa essere quella ufficiale del Pd, si sta già attrezzando per correre en solitaire. Avendo incassato l’appoggio della galassia dei micro partiti comunisti, che a Catania contano poco ma si muovono e fanno casino che manco la Dc ai bei tempi. Ma adesso, che sono tutti confluiti nella lista Arancione di Ingroia, cosa faranno? E Raffaele Crocetta?Situazione liquida. Perfetta, dunque, per l’emergere di un outsider esterno allo schieramento del centrosinistra, per contarsi al primo turno, e poi eventualmente al secondo negoziare un accordo da una posizione di forza. Potrebbe essere questo il ragionamento dei dirigenti dell’Udc (per sintesi riferendoci ai Montiani United parliamo di Udc, gli altri hanno i voti necessari a malapena per essere eletti consiglieri alla Quinta Municipalità).Ma chi potrebbe essere, l’outsider?Bene. In questi giorni in città si susseguono i rumours circa un intenso dialogo tra il professore Maurizio Caserta e qualificati ambienti nazionali dei Montiani United. Che il professore di economia sia in campo non è una notizia nuova. Da tempo si muove, facendo riunioni e sondando disponibilità a sostenerlo in quella che pareva una campagna di bandiera. Trovandole pure, ad esempio in due parrocchie che contano tanto, come la Mercede e il Crocifisso dei Miracoli. Ma se con i Montiani il dialogo dovesse decollare, e l’Udc considerare il vantaggio di una simile operazione, quella del professore diventerebbe una candidatura competitiva. Personalità di alto profilo culturale, stimato da tutti, forse poco conosciuto alla città. Il classico uovo di Colombo, così sotto gli occhi che si fa fatica a vederlo. Ma per quanto tempo ancora?


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