Politica sicula: Crocetta si è spento

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di marco pitrella

“Si spengono le luci sul governo regionale” scrive Antonello Cracolici, deputato PD, testa d’ariete di hashtag & tweet contro Crocetta e il Faraone TutanDavid, che al momento dell’incornata decisiva, però, è solito abbassare le corna. Ferrandelli (chi?), dal canto suo, promuove con un “assolo” la mozione di sfiducia; “stacchiamo la spina” è la “sbarauntata” pubblicitaria. Tanto tutto rimarrà com’è.

La “piccola fiammiferaia” Borsellino s’è dimessa (dopo Caleca e Leotta) in seguito all’arresto di Tutino, medico personale di Saro, ultimo della lista fra indagati & condannati che ruotano attorno al hop-hop-hop Gadget incarico quale è il “cerchio magico” del presidente, che di governi ne ha formati tre in tre anni per 35 assessori.  

E già, nella roulette del fatti a nomina e vo cucchiti, c’è chi fa politica con il marchio dell’infamia e chi con l’aurea dell’integerrimo e Saro “arruso” che faceva a Gela il sindaco antimafffia (con nessun mafffioso sulla coscienza però) sulla  nomina s’ è costruito il “personaggio” & fatto carriera. E ciò che “ai più” non sarebbe stato perdonato, in Crocetta è stato “cosa buona e giusta”, tanto da permettersi, per esempio, di fare assessore al turismo la bergamasca Michela Stancheris, la sua portaborse, oppure conferire l’incarico di Sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Palermo a Valeria Grasso, proprietaria di una palestra(!) sol perché – la scusa – vittima del racket. Se l’avessero fatto i perseguitati, pardon i “pregiudicati”, Cuffaro & Lombardo… “apriti cellofan !”.

Ma è la Sicilia delle “orgogliose verità” quella che ha alimentato Crocetta; la “minaccia & il ricatto” come potere verso chi “non ci sta” misto ad una auto-unzione continua e costante divenuta prassi & sistema.  

(Prima dell’ultima mozione di sfiducia – ottobre 2014 – e lo sparacchio del commissariamento alle porte, ebbe il coraggio di dire “sto preparando un esposto per attentato alla Costituzione.”)

L’antimafffia come cavallo di Troia per espugnare Palazzo d’Orleans… e troiata infatti fu.  Con il governo in difficoltà persino un incidente stradale attentato sventato diventava.

Il vittimismo da canovaccio; “rischio la vita per la sanità”, affermò sua santità Saro e “anche noi” risposero in coro i malati. L’avanguardia come meta; “al gaypride voglio la bandiera della Sicilia portata dai forestali”, correva l’anno 2014.

Delle grandi battaglie per la “legalità” si ricorda quella “sulla” piscina di proprietà dell’(ex) assessore Mariarita Sgarlata, denunciata dal presidente perché costruita abusivamente, ma rivelatasi a norma. Al posto della Sgarlata, “dimissionata”, fu chiamato un tale Pier Giorgio Gerratana da Rosolini (durò 37 giorni); era ottobre 2014, erano i giorni delle elezioni “suppletive”; alcune sezioni di Pachino & Rosolini (guarda caso!) venivano (ri)chiamate a votare alle regionali (due anni dopo!) per volontà del CGA (sentenza a dir poco creativa quella fu)… Bruno Marziano, deputato Pd, che di Siracusa presidente della provincia è stato, accusò Crocetta, per la scelta di Gerratana (scelta territoriale ad hoc), di voto di scambio, salvo poi ricalcarsela. Di lì a breve sarebbe sorto il Crocetta III.   

Intanto il solito Tar-Tar “bastonava” provvedimenti: Muos, decreto Scilabra sulla formazione professionale (un disastro) e dove anche la cura dell’osteoporosi è manciuggghia(?), il governo veniva bocciato dai giudici amministrativi per la “bagarre” della clinica Humanitas sulla revoca, dichiarata illegittima, del “finanziamento” (complice Lucia “pia” Borsellino).  

E sui soldi? “pochi, maledetti e subito”. La premura “orba” fece danni: nel giugno 2014 incassò 540 milionetti di euro in cambio della rinuncia su tutti i contenziosi con Roma fino al 2017. Di lì a qualche mese, la Corte Costituzionale accolse il ricorso di Don Raffaè – era il 2102 – contro il prelievo, da parte dello Stato centrale, sull’aumento delle accise e dei carburanti. A Crocetta sarebbe bastato attendere la pronuncia della suprema Corte e l’Isola avrebbe guadagnato 235 milionazzi di euro annui nel solo triennio 2015/2017. Ma Saro una gatta frettolosa fu e la resa più poveri i figli fece.

Non è un caso che l’assessorato all’Economia sia stato, con Baccei voluto da Renzi, “commissariato” da Roma. In quanto a mutui, “il romano”, purtroppo, non s’è tirato indietro… Il mutuo da un miliardo e sette  di eurazzi – ottenuto in ottobre – sarà pagato da due generazioni in comodissime rate (Irpef &Irap) da 6 milioni al mese fino al 2045.

(Una parte dell’ultima finanziaria – notizia fresca è questa – è in odor di incostituzionalità.)

Da due anni, tra proroghe & deroghe, l’abolizione delle provincia e l’istituzione dei liberi consorzi dei comuni giacciono lettera morta; l’ultimo ddl è stato respinto dall’aula il 9 aprile scorso… tanto alle ex province ci pensano i commissari (che costano) per la gioia dei 6mila lavoratori che, in assenza di riforma, rischiano la mobilità.

Ma alle voragini amministrative Saro risponde come uno “scecco” che, carico di faldoni & dossier, “annuncia denunce”; roba da far ballare Orlando, Rinaldo e tutti i pupi… Gli unici che sinora, però, si sono parati il culo con quattro mani sono stati suoi pupari; da Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo, estorsione è l’accusa, a Montante, “delegato per la legalità” di Confindustria, indagato per mafia (accusato da tre pentiti).

Eppure, basta una “spremuta” di Lumia per rendere i transfughi del centro-destra devoti rivoluzionari: Giovanni Pistorio neo assessore ed ex degli “altri due” è quello più fresco di una lunga serie; “i miei amici Crocetta li aveva persino nel listino”, disse Totò vasa-vasa da Rebibbia. Certo, memorabile fu la “sceneggiata”, alla direzione nazionale Piddìna, contro la candidatura alle elezioni europee di Caterina Chinnici (figlia di Rocco), rea di essere stata “lombardiana”.    

Si affeziona il Presidente ahi suoi uomini, ma anche alle sue donne: nonostante il flop del clic day per il “piano giovani” e il genocidio delle formazione (stipendi non pagati & corsi mai avviati, avviati con ritardo) la Scilabra & la Corsello, seppur in vesti diverse, sono ancora lì con il Presidente. Accanto ci sta la dirigente Monterosso, condannata in 1°grado dalla Corte dei Conti a risarcire la Regione per gli extrabudget della formazione, appunto.  

Dulcis in fundo, indagato è anche Crocetta, inchiesta contabile e abuso d’ufficio, per via delle assunzioni a Sicilia e-Servizi assieme ad Antonio Ingroia presidente della partecipata in questione, salvata (prima erano 34) assieme a Riscossione Sicilia presieduta da Antonio Fiumefreddo…  Saro, “più grillino di Grillo”, adora così bel Antonio da volerli pagare fino a 160mila euro l’anno.     

Per il resto va tutto bene.

In questa settimana si avvicenderanno vertici di maggioranza e direzioni di partito. Pare, si dice, si mormora che si vada verso un Crocetta IV o poker vistu ca stamu iucannu, che avrà un profilo più politico, minchia! nessuno tirerà l’acqua al governo, “l’animale” Piddìno per rimanere al mondo deve stare a galla.

Peccato… voleva essere un de profundis.    

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Redazione Iene Siciliane

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