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Politica Sicula: elogio del trasformismo dei Cuffariani e del Renzi che il moralismo rottama
Pubblicato il 06 Febbraio 2016
di marco pitrella (con il concorso in psicoreato esterno di marco benanti)
La minestra va condita da quelli che c’hanno più sale e Renzi, il mattel pneumatico, sul loro piatto non ci vuol mica sputare. Questa dei tesseramenti nel piddì degli ex Cuffariani sa di stupore insipido. Allo slogan “il futuro inizia adesso”, infatti, potevano credere solo “certi renziani”, ragazzini viziati dall’eroico furore, che ai tempi delle primarie vissero nell’illusione che la rottamazione avrebbe cambiato il panorama politico italiano (e siciliano). Che grande bellezza è vedere come questa, la politica, sia ancora complotti, compromessi e “trattative”; esprimo un ghigno di soddisfazione per aver avuto, come spesso accade, ragione. La smetta, poi,la sinistra piddì, di gran lunga i peggiori, di recitar la parte di “mastro lamento”; ridotti a rottame son loro. L’esser stati cuffariani non è infamia afferma con orgoglio anche chi come me “vasato” da Totò non lo è stato.
Lor signori che contando le tessere degli ex cuffariani gridano allo scandalo dimenticano che ammazzati i partiti dalla tagliola magistrAle (1992 & ss. docet) venne il bipolarismo dei pro&contro Berlusconi (nella sostanza a questo si ridusse). Con il tramonto del berlusconismo, la politica è, in atto, “animata” da gruppi & comitive che, travestiti da liste civiche, si spostano in favore del vento (e quando c’era Totò gli schieramenti almeno “r-esistevano”). La fine del bipolarismo, che partì dai territori, ce l’hanno sulla coscienza, più di altri, le leadership riciclate che maldestramente la fumosa stagione dei sindaci ripropongono. Saro ed Enzo IV: l’uno ancora la rondine che fa primavera si sente & l’altro l’antimafffia si crede; a “puri” ancora si ergono… ed invece tutti eletti tutti col centro-destra in maschera civica – Lino Leanza, Giovanni Pistorio & Marco Consoli, Salvo Di Salvo – col beneplacito della “sinistra bene” che, carica d’ipocrisia, alzava le barricate contro l’alleanza – alleanza giusta in verità – con Raffaele Lombardo.
Ha un grande merito Renzi: l’esser meno renziano di “certi renziani”. E in effetti, patenti di moralità non né distribuisce ad alcuno. Sarebbe stato un cuffariano Matteo come ha detto qualcuno? sicuramente. Avrebbe governato con Lombardo? certamente. Dove sta il problema? la politica non è roba per educande: Del resto, sta con un “nano” di nome Alfano. Cambia la Costituzione (non mi piace ma non c’entra) con Verdini. Non guarda il pedigree e vota il DDL Cirinnà (ahinoi!) coi Grillini; infine, approva l’“Italicum” (un abominio) che la costruzione del “Partito della Nazione” agevola: se sostieni il bipolarismo proponi i collegi uninominali e togli la “troiata” della doppia preferenza di genere che facilita lo scambio tra correnti e facilita, di fatto, l’ingresso di nuove cordate (ma dalla ditta Bersani&Co. assenso ci fu alla nuova legge elettorale).
Fa bene il Matteo a fare “il sindaco” anche nelle vesti di segretario del “suo” Piddì. Le chiacchiere stanno a zero: se la rottamazione non fosse stata favola non sarebbero, a Catania per esempio, la Sudano & Sammartino punti di riferimento del “nuovo corso”, il cui ingresso fu benedetto, nell’inverno 2015, anche dal patetico Cracolici & da Raciti, l’onorevole ragazzino, che, dopo mezza parola di Cuffaro sul Huffington post, s’è destato col risentimento che puzza di latte.
(Caro Totò vedi con questa “classe dirigente” come ci siamo ridotti…)
Questa è l’essenza del piddì, da Roma a Palermo passando per Firenze. Tanto pretestuose paiono le ramanzine dei compagni, ex diessini in special modo, ancora una volta sconfitti perché geneticamente un disastro… per cui gli accordi chiusi da certi renziani o sinistra piddì ne fanno un vanto, quando fatti da altri li chiamano inciuci. Certo, deve essere bruttino stare, in Sicilia, sotto al Faraone TutanDavid.
Ma io che amo gli inciuci del trasformismo ne faccio l’elogio.
Già che ci sono, pur non essendo renziano, del Renzi segretario piddì che m’ha rottamato i moralisti non posso non celebrarne il trionfo.
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