Politica sicula: “eroi” del nostro tempo


Pubblicato il 18 Luglio 2021

Narcisi tronfi senza un minimo di consapevolezza del proprio sé si segnalano dalle parti della Trinacria. E i casi del podestà pugliese è lampante, sotto gli occhi dei più, ormai circondato  da impopolarità non si perde d’animo anzi rilancia, prima ancora che giunga il “giudizio processuale”, si sente in una botte di ferro, inaffondabile e imbattibile, tutto quel che accade furo dal suo mondo non costituisce problema. Forse ha perfettamente ragione poiché essere invisi alle masse, è ancor meglio di essere temuti, diviene un fatto positivo dalle nostre parti. Parlar male dell’uomo che regna nel Palazzo del Liotru è pur sempre una gratuita pubblicità, quanto è vantaggioso fare circolare il nome di chi sarebbe altrimenti l’anonimo etneo,e,quindi, mai però paragonabile all’insuperabile nullismo degli avversari dalle parti sinistre e anche ad eventuali concorrenti dalle parti destre.

Si è insostituibili anche nella scarsezza dell’agire, restando fermi nella stanza a dirigere il traffico di mille comunicazioni, senza dare nessun disposizione che lo possa danneggiare, seguendo solo le voci di corridoio, si può divenire padroni assoluti del palazzo e della piazza senza sforzi, basta che si diffonda a piene mani ed orecchie la frase magica “parrai cu sinnicu”. Magari c’è qualcuno che lavora nell’ombra da mane a sera per fare la quadra dei conti, per trattare quotidianamente con la malmessa burocrazia , per assecondare le scarse spinte di una città decaduta da un pezzo e non solo nei colori rosso azzurri. E poi con franchezza ci si chiede chi potrebbe sostituire l’intrepido impavido ineffabile podestà? Il popolo vive più che altro i patemi d’animo della squadra dei calcianti che non decolla, della precarietà sociale che è stabilmente definitiva e, orsù signori, delle cose del palazzo non si sa quasi nulla anzi per quasi tutti non frega proprio nulla. Allora pensate alla tranquilla faccia inespressiva del Colon(Nello) a cavallo, ad impartire lezioni equine e al suo muoversi gaudioso e  felice quando ci sono celebrazioni inaugurazioni spettacoli e suvvia anche qualche taglio di nastro fa piacere e non guasta.

Tanto il modello che emana e incarna è consolidato sicuro collaudato e si proietta come una luce sugli uomini di potere della sicania: basta essere vincenti non per meriti propri ma  per demeriti altrui. Si sa bene che il potere è una malattia ossessiva che avvolge chi lo detiene e soprattutto chi  è dietro la porta delle stanze dei botoni. Non deridiamo, quindi, chi lo detiene anche senza capacità, consideriamo la fatica a resistere a galleggiare a sopravvivere senza cadere giù. Il vero desiderio che appaga, non annoia e restare sulla comoda poltrona con relativa pesantezza, senza grande fastidi, non mettendoci la faccia , e senza che nessuno solleva dubbi, senza che nessuno ti richiede qualcosa, insomma con sostenibile leggerezza. Dai noi il popolo dei conservatori abbonda e non c’è preoccupazione per le stesse facce di tornare presto in auge specie per chi fa parte di una comunità di borghesi altolocati.

Infine consentitimi questa leggera disgressione che meriti avrebbe ad essere sostituiti poi dal “ cancelliere delle stelle” e prossimo recontiano che fece il suo esordio in sella sistemando il cognato e la sorella in posizioni ben retribuite ? Anzi c’è gloria anche per lui nel conformismo informativo  e così viene definito persino “leader carismatico” (sic!) sui fogli dell’ “ex- puparo” ormai  riemerso dalle viscere giudiziarie. Dunque nessuno tocchi nellino e neanche il podestà salvino , né sul foglio cartaceo  e neanche su tutti gli altri papiri in linea e fuori linea.

Parola di Ghino di tacchino.


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