di marco pitrella (vignetta di Vincenzo Baiamonte)
Come quando Fiumefreddo fa cose viene da dire leggendo le cartelle esattoriali inviate al “Gentile Comune di Catania” divenuto un qualunquemente contribuente per Riscossione Sicilia, l’ente – “terzo & imparziale”? – di cui l’avvocato Antonio è amministratore unico.
Come quando Fiumefreddo fa cose… per “conto terzi”? Pare, si dice, si mormora che Enzo il sindaco Bianco potrebbe essere il candidato di piddì&Co. alla presidenza della Regione; a farne le spese, dunque, sarebbe Saro il presidente Crocetta che – in attesa di collocazione altrove? – ha dichiarato si ricandiderà. Cu si vaddau si savvau, meglio che il conto, per restare in tema, inizi a pagarlo Bianco?
Come quando Fiumefreddo fa cose e a pensar male si fa peccato ma ci s’azzecca, insegnava il Divo Giulio: 306 le cartelle esattoriali – riporta “La Sicilia” – che in euro fanno circa 19 milioni di euro pagabili in comodi bollettini per fare fuori un potenziale outsider? Chissà. Pochi, maledetti e a trenta giorni il termine di pagamento dei suddetti 19 milioni che rischiano di provocare il default del Comune.
Però, però, però sempre su “La Sicilia” si legge che “tutte le cartelle sono state impugnate in gran parte per la loro prescrizione ed è stata chiesta una relazione all’avvocatura sulle inadempienze proprio di Riscossione Sicilia in ordine al mancato incasso dei 300milioni di ruoli consegnati e la quantificazione del danno causato al Comune dalle cartelle annullate per errori di notifica della stessa Riscossione”- ha dichiarato Girlando, Assessore al Bilancio.
Tanto clamore a “chi” giova, dunque?
Come quando Fiumefreddo fa cose sbattendo i deputati in prima pagina, “rei”, nel dicembre scorso, di non aver votato la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia; vennero esposti al “pubblico ludibrio” gli onorevoli “ufficialmente” per non aver pagato multe e multarelle. Rivalsa?
Come quando Fiumefreddo fa cose cercando, in periodo elettorale, sponde nel M5S (una conferenza stampa con il pentastellato Cancelleri lo dimostra) per far approvare “Ripartimpresa”; l’amministratore unico d’una società vestito da capopartito non s’era mai visto (non è un caso che “Sicilia Nazione” abbia presentato un esposto all’Agcom e a tutte le Procure per violazione della par condicio).
Perché, in fondo, quando Fiumefreddo fa cose siamo oltre l’aforisma di Leo Longanesi per cui “non è l’idea che preoccupa, ma la faccia che la rappresenta”; eppure l’idea del pignoramento come lotta politica preoccupa, eccome.
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