Torna su questi schermi Iena Ridens, per la gioia di tanti. Preparate mutande di ferro che è meglio!
di Iena Ridens
Lo scempio del centrodestra siciliano produce a cascata alcune situazioni esilaranti. Anziché chiudersi in un convento, come avrebbero fatto i democristiani di una volta (non dico quelli rappresentati da Leonardo Sciascia in Todo Modo, troppa grazia Sant’Antonio), interrogandosi tra un salmo e l’altro sul perché del risultato, adesso la nuova moda è farsi intervistare dai quotidiani online per spararla grossa. Che più grossa non si può. Prendete l’ineffabile (ex) presidente della Provincia Giuseppe Castiglione. Intervistato da Carlo Lo Re per Livesiciliacatania.it, se non ha detto che il Pdl ha vinto le elezioni a Catania (ma scommetteremmo che lo pensava), vicino ci è andato. Che nonostante il vento dell’antipolitica etc etc, il Pdl è rimasto il primo partito. Dunque, nonostante avesse eletto otto deputati nel 2008 ed oggi solo tre, avesse circa il 40% dei consensi ed oggi appena il 17%, esprimesse sindaco e presidente della provincia a mani basse, mentre vedremo come andrà in primavera, c’è da essere soddisfatti.
Poiché un simile travisamento dei fatti è difficilmente giustificabile, il sospetto è un altro (pur non appartenendo noi a quella cultura per cui il sospetto è l’anticamera della verità): che Giuseppe da Bronte, in rampa di lancio per le Politiche (con l’aria che tira, gli facciamo i nostri migliori auguri) abbia messo le mani avanti per tacitare, quando non nascondere, il crollo verticale dell’asse Firrarello-Castiglione che questo passaggio elettorale ha certificato. Al netto dell’antipolitica, che certo non si autogenera, ma è un prodotto della mala politica che spesso il Pdl ha incarnato, l’asse una volta dominante del centrodestra siciliano ha fatto flop: un solo deputato eletto, il riconfermato Nino D’Asero, il fedelissimo Pippo Limoli bocciato senza appello. E proprio questa seconda candidatura spiega, almeno in parte, la crisi della segreteria una volta più potente di Sicilia: piuttosto che intestardirsi sull’ex sindaco di Ramacca, che incontrava più resistenze e rifiuti che consensi, sarebbe bastato appoggiare un galantuomo come Nuccio Condorelli, e l’ex sindaco di Belpasso Alfio Papale, per mantenere almeno una parte di quello che, una volta, era un tesoretto elettorale, ed oggi averne tre, di deputati regionali. Invece i fatti dicono che gli ex An, a Catania, ne esprimono quattro (Musumeci, Ioppolo, Pogliese e Falcone), Forza Italia solo D’Asero. Se i primi riuscissero a mettersi d’accordo, in vista delle amministrative…
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