di Marco Pitrella
Cu c capisci è bravu, incipit della sceneggiatura sui passi di Claudio Fava verso il PSI. Per evitare la rottamazione di Matteo Renzi, nuovo leader di Confinfustria, si salvi chi può. E Claudio Fava, care compagne e cari compagni, può. E poi, destinazione Pd. Forse. il passo verso il PD sarà ancor più breve..
Appassionato e legatissimo a Catania, ma cu l’ha vistu mai! Ricordiamo bene, quando denunciava la cupola(?). Erano gli anni 90 e i puri erano tutti “Retini” con Claudio e Luca l’Orlando furioso sindaco di Palermo, interpretavano, da palchi e baldacchini, persino il brodo degli uccelli in retorica antimafia. Ancora Saro era uccelin di bosco a Gela. Però già c’era Rinaldo Lumia.
Poi, le porte della percezione si allargarono per Claudio e arrivarono i DS, segretario regionale di sponda Veltroniana. Poi il correntonne DS e nemico giurato di Mirellone Crisafulli, il pilastro della repubblica popolare ennese… anche s’è, c’è chi ha visto in partenza dal binario 9 e ¾ un treno veloce che collega Caltagirone-Catania-Enna con a bordo proprio Claudione, che intanto faceva il deputato europeo combattendo la mafia da Bruxelles. Tempi che furono.
Poi arrivò il PD e la sua fusione fredda e Claudione andò comodo, comodo con Sinistra Democratica. Poi SeL e nel 2012 la candidatura splatter alla presidenza della regione. Ma è importante sapere dove si sta di casa e la residenza a Roma fu galeotta come la bella figurae, nemmeno il ritrovato amore con l’Orlando per la Sicilia poté superare l’ostacolo burocratico. Niente candidatura. Al suo posto Giovanna Marano, una candidata dalla forza di un budino desideroso di trasformarsi in vino. Nun navi paci Claudio, e per superare il dolore si fece eleggere, qualche mese dopo, deputato alla Camera in Lombardia, poco dopo lo stretto; il suo no al ponte, in fondo, l’ha sempre detto. L’altro ieri approdo di passaggio a LeD, la lampadina, e da ieri, per restare in tema d’illuminazione, splende il sol dell’avvenir, con il Psi. La prossima mossa – scriviamo con malizia – dipende dalla legge elettorale.
Ad oggi, con la legge dettata dalla Corte Costituzionale, non c’è sbarramento e qualche socialista (difficilmente) potrebbe entrare in parlamento. Ma quel nazareno di nome Patto, che resusciterà l’Italia, incombe. Con l’italicum o dentro, o fuori. Chissà che questa scelta, non sia per Fava, come già è stato per Gennarino Migliore, solo un momento in vista di un dolce approdo nel Partito democratico – che del Pse fa parte – con un garofano rosso nell’occhiello della giacca… più che una sceneggiatura, questa sì, sarebbe una bella sceneggiata.
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