di Stefano Ittar
Un percorso iniziato in quella campagna elettorale condotta da Enzo Bianco proprio sui temi della rinascita di Catania e sulla “rifioritura” delle virtù cittadine. Su queste basi sono state raccolte le adesioni al programma politico che promette di far tornare Catania la bella città che è sempre stata: dalla vivacità imprenditoriale asservita a interessi inconfessabili o quasi, alla vocazione all’intrattenimento in tutte le sue forme. In questo circo trovano spazio i vezzi e i mitici luoghi in cui godersi la vita, periferie comprese.
Niente di meglio, quindi, che affidarsi al misticismo catanese, ammantato di umanesimo e mistero, per poter fare i conti con una coalizione che per composizione ed eterogeneità può sin da subito essere assimilata alle fattezze di un “elefante nano”, grande e forte ma con il passo corto.
E in questo nulla si può obiettare ad Enzo Bianco che, nel rispetto della migliore tradizione, affronterà questa sindacatura emulando le avventure narrate nell’ Hypnerotomachia Poliphili, romanzo allegorico rinascimentale attribuito al frate domenicano Francesco Colonna, che nella versione riveduta e corretta della primavera diviene l’amoroso combattimento onirico di Enzo. Una forzatura che ci sarà concessa visto che il misterioso testo allegorico, stampato e pubblicato nel 1499 dalla tipografia veneziana di Aldo Manuzio, contiene la xilografia che ispirò Giovan Battista Vaccarini per la composizione della fontana dell’elefante che troneggia oggi in Piazza Duomo. Altri elementi legano indissolubilmente la storia di questo volume alla nostra città: fu infatti stampato con lo stesso carattere tipografico creato apposta per l’edizione del De Aetna (1496) di Pietro Bembo, opera letteraria in cui il cardinale umanista raccontò del suo soggiorno siciliano e della sua ascensione sull’Etna. E’ inutile dire che, essendo rarissimo, a Catania non è concesso il privilegio del possesso del testo che contiene l’iconografia originale del simbolo della città.
Tornando al viaggio iniziatico di Polifilo-Enzo, c’è da scommettere che il nostro Sindaco-Eroe abbia scelto i compagni di viaggio non per banali spartizioni politiche, bensì proprio per le competenze e capacità che li contraddistinguono e che gli saranno d’aiuto per affrontare ciò che lo aspetta.Nel racconto, Polifilo-Enzo ritrova in sogno l’amata Polia-Catania superando una serie di prove iniziatiche: un viaggio dell’anima, intrapreso in lotta con Amore per raggiungere la vera Sapienza, un pellegrinaggio onirico fatto di trabocchetti e prodigi, meraviglie e incubi, rovine classiche e giardini di delizie, fantastiche e iperboliche architetture, inquietanti e fascinose personificazioni allegoriche, ma anche miti, iscrizioni, emblemi, che forse con l’aiuto del papirologo giuridico Orazio Licandro potranno trovare soluzione.
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