Il Presidente della Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo richiede al Commissario Hogan il blocco alle importazioni dai Paesi di provenienza dei materiali infetti e controlli rigidissimi.
La macchia nera degli agrumi, il c.d Citrus Black Spot è una patologia endemica originaria del Sud Africa, che colpisce quasi tutte le specie e varietà di agrumi appartenenti ai generi Citrus, Poncirus, Fortunella e loro ibridi, provoca la maculatura dei frutti e delle foglie.
“Recenti dati -dichiara Giovanni La Via (AP/PPE), Presidente della Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo – dimostrano che la malattia si sta sviluppando anche in Europa, e che il fenomeno sarebbe in costante crescita. Nell’ultimo anno, infatti, l’Ue registra 70 casi provenienti dall’Uruguay, 15 dal Sudafrica, 17 dall’Argentina, 13 dal Brasile. “
“La scorsa settimana a Bruxelles -continua Giovanni La Via- si sono riuniti gli esperti degli Stati membri dell’Ue, nel Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (Paff), che hannoapprovato nuove misure sui controlli fitosanitari all’importazione di agrumi provenienti da Paesi extra-Ue, dove è diffusa la macchia nera (o CBS-Citrus Black Spot). Nello specifico, alcune di esse prevedono un regime di minori controlli sull’import sui frutti fatti entrare nell’Ue, al fine di essere utilizzati per la trasformazione, da alcuni Paesi in cui si registrano casi in aumento della macchia nera degli agrumi.”
“Questa decisione potrebbe causare un grave danno per tutta l’agrumicoltura del mediterraneo, e per questo motivo ho già presentato un’interrogazione urgente al Commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, per chiedere se ritiene adeguata la decisone del Comitato Paff e quali strategie intende mettere in atto per evitare l’indebolimento dei controlli e prevenire la diffusione della malattia nel territorio europeo. E’ chiaro- conclude La Via- che la strada da percorrere è rappresentata dal blocco alle importazioni dai Paesi di provenienza dei materiali infetti, così come già previsto dalla normativa, accompagnato da controlli alle frontiere rigidissimi, al fine di vigilare sempre di più sugli standard di sicurezza dei prodotti importati ed evitare un’emergenza come quella vissuta con la Xylella fastidiosa.”
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