“Politica&Dinosauri”: il ritorno di “Papa Ciccio Aiello Settimo”


Pubblicato il 26 Ottobre 2021

“Mi sento un papa!”. Le prime parole di Francesco “Ciccio” Aiello sono state riprese dagli immancabili video in diretta dei supporter. E così c’è “Papa Ciccio Aiello Settimo”. Sette volte sindaco: la prima volta che aveva varcato il portone del Comune era il marzo del 1978 da rampante trentenne leader di consenso nel Partito Comunista Italiano.
Erano gli anni della nazionale di calcio che si faceva valere in Argentina e che avrebbe seminato speranze poi fiorite nel 1982. E “Ciccio Primo” era già lì, seduto ad amministrare guardando all’agricoltura che fioriva con le serre, ad osservare le colate di cemento che invadevano Scoglitti e le periferie, ad “aprire” e “chiudere” l’acqua.
In un confronto televisivo con suo rivale al ballottaggio, il candidato del centrodestra Salvo Sallemi, ha detto che – un tempo – a Vittoria al bar chiedevano: “Come vuole l’acqua? Liscia, gassata o Ciccio Aiello?”. Il sindaco dell’acqua ha fatto breccia nel cuore di 14mila vittoriesi contro gli 11mila che hanno scelto Sallemi.
Il “nuovo” che avanza è un refrain già visto in altre grandi realtà dell’Isola. Basti pensare all’eterno ritorno di Leoluca Orlando e della rielezione del sindaco della “primavera” di Catania Enzo Bianco. Entrambe le esperienze, però, non sono state esaltanti come negli anni “belli”. Orlando combatte tra inchieste giudiziarie, emergenze continue e rifiuti. Bianco ha lasciato la città nel dissesto e ha contribuito a fare scomparire il Pd.
Aiello ha riconquistato il Pd dopo una transumanza in movimenti civici e dopo la folgorazione sulla via di Damasco dell’autonomismo: è stato anche assessore regionale di Raffaele Lombardo. Ca va sans dire all’Agricoltura. E’ tornato ad imporsi nell’arena dei democratici grazie al sostegno di uno che, di certo, non ha un cuore “rosso”: l’ex sindaco di centrodestra di Ragusa e poi deputato regionale del Pd Nello Dipasquale. Uno che definiva “buffoni” gli esponenti democratici (https://video.repubblica.it/edizione/palermo/il-comizio-di-dipasquale-questo-partito-democratico-mi-fa-schifo/180776/179569 ) e che, comunque, è in buona compagnia sul carro di Aiello: a gioire per la vittoria di “Ciccio” c’è anche Carmelo Incardona. Storico esponente di Alleanza Nazionale, deputato regionale, assessore alla Formazione nel governo Lombardo e volto della destra ha sostenuto pervicacemente Aiello nella sua cavalcata alla riconquista del Comune.

Da dove nasce la riconquista di Aiello? Dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune: l’estate del 2018 segna uno spartiacque nella storia politica della città. L’isola rossa che non era mai stata governata da una giunta che non fosse di centrosinistra era stata espugnata dal progetto civico di Giovanni Moscato, uomo di destra, che aveva aperto a tutti e aveva tolto i simboli dei partiti nel 2016.
L’amministrazione Moscato ha avuto vita breve: decapitata da indagini iniziate durante la campagna elettorale e da una legge sullo scioglimento dei Comuni – a detta di tutti – da rivedere. Indagini che sono state condotte con clamorosi abbagli. Basti pensare che per supportare l’esistenza di un accordo al ballottaggio tra Moscato e Nicosia (l’ex sindaco di sinistra, indagato per voto di scambio) gli inquirenti avevano messo nero su bianco che tra i due vi fossero state dazioni di denaro. Queste ultime sarebbero state erogate direttamente dal Comune a Moscato nel periodo in cui era consigliere comunale d’opposizione.
Quali erano queste dazioni di denaro? Semplicemente i gettoni di presenza da consigliere comunale! Un dettaglio che parla di indagini grossolane. Ancora ci sono processi in corso – che hanno fatto emergere nuove dichiarazioni dei pentiti – e Moscato attende l’appello.
Ma l’estate del 2018 con l’uscita di scena di Moscato ha dato campo libero ad Aiello che ha riconquistato il Pd, preso il campo della sinistra e ha imposto la sua candidatura, i suoi temi. Diversi i rinvii delle elezioni che lo avevano fatto “bollire” ma il “recupero” del suo principale competitori, Salvo Sallemi, non si è concretizzato. E’ stato un anno e mezzo di campagna elettorale piena di veleni, colpi bassi. Ciccio su Facebook si trasforma in un ultras, in pubblico e nei dibattiti ridiventa mite. A 75 anni ricomincia il suo nuovo “papato”. E a Vittoria è subito vintage.

Iena Ipparina.


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