Politica&Editoria: a Catania il presidente della Camera Laura Boldrini, riflessioni “non a norma”

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di Marco Iacona (dalla sua bacheca facebook)

 nella foto l’evento su LaSicilia di oggi

«C’è un clima da luglio» dice Laura Boldrini, davvero bella la presidente della camera in visita a Catania. Dodici ore e piove che dio la manda. Mi ha stretto la mano ieri pomeriggio a palazzo della cultura, sala al primo piano non pienissima. Ma con vip(s) che dio li mandava. Ho visto Rosario Lo Bello, poi Pippo Pattavina, e una Pattaviva è editor della presidente adesso autrice de “Lo sguardo lontano”. Subito dopo – per riflesso condizionato – l’ho stretta al padrone di casa, al sempre amato sindaco Bianco.

Non ho ben capito se quella porzione di paternale (anzi maternale) rivolta a destinatario ignoto, giovi a rinnovare il repertorio delle massime nient’affatto utili. Non più “oramai non ci sono le mezze stagioni” ma “siamo a ottobre e sembra luglio”, ovvero avanzi prova comunissima di auto-martellamento agli alluci. Un tafazzismo senza Tafazzi. Come quel tale che si inventa formule che manco i premi Nobel, poi però ha un figlio che prende 5= in matematica, alle elementari.

Tanto per non sbagliare non ho dubbi sulle capacità meteorologiche della presidente, e scambiando quattro chiacchiere con l’ottimo impiegato della libreria “Bonaccorso” ho partorito un’idea sul pienone mancato e me ne servirò in data da destinarsi. Ho infine tre curiosità.

La prima: chi avrà mai ideato l’immagine sullo schermo, alle spalle dei relatori? (che erano la Boldrini, Bianco, Nuccio e la Scalisi)? Esistono le case editrici, non sapete? E che “Lo sguardo lontano” presentato dal quartetto fosse edito da Einaudi? E che magari sarebbe opportuno scriverlo, tra un “presidente” e un “onorevole” che sanno di “mamma-mia”?

La seconda. Da aritmomaniaco avrei voluto contare i massoni (si può dire mas-so-ni?) presenti in sala. Così per ginnastica. Uno… due… tre… e via dicendo. Già si vive il “dopo-Ardita” e affermare che un gruppetto è in rappresentanza della “Catania bene” è pericoloso come attraversare sulle strisce bianche (qualora fossero visibili). Prevalenza di professorume in gita di piacere. Borghesia sudista e sudata – siamo a luglio – tipo cassatelle di potere. Così quando i vari ordini religiosi portano i fiori a sant’Agata, il 5 febbraio. E amen.

La terza. Secondo voi, lettori occasionali e non, il pubblico di una città maschilista che manco i film di Pietro Germi riesce a digerire, come avrà reagito nel suo sottobosco alle parole della Boldrini sul sessismo e sul lessico che fotocopia il dominio del maschile sul femminile? Si accettano citazioni tratte dal repertorio di Brigantony il Leonard Cohen de noantri. Evito l’imbarazzo: mi taccio, la presidente è persona distinta.

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Redazione Iene Siciliane

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