Scoppiettante finale della trasmissione su Antenna Sicilia. Per il centrosinistra e la “sinistra varia ed eventuale” buone notizie: la “compagnia del pistacchio” è sempre vicina al popolo.
a cura di Iena al Servizio della Destra Reazionaria Marco Benanti
No a Salvini, no al “Ciquestelle” in nome del no al populismo, “bocciatura” netta per Crocetta, e invece tante parole di apprezzamento (come accade da anni e anni) per Enzo Bianco, il “podestà democratico” molto gradito (a parte critiche di circostanza) nel centrosinistra catanese e in parte della cosiddetta “sinistra diffusa (ed eventuale)”, quell’agglomerato di farisei che abita sotto l’Etna.
Pino Firrarello, già Dc, poi berlusconiano, poi alfaniano, o meglio “firrarelliano” pare quasi averci indicato la via.
Bene, riportiamo le risposte a qualche domanda rivolta all’ex senatore ed ex sindaco di Bronte dai giornalisti. Sul Cara di Mineo e sull’ipotesi di rapporto politico fra assunzioni e consenso del Ncd, questo il “Firrarello-pensiero”:
“io credo che cretinate più di quelle che hanno detto a turno tutti coloro i quali si sono occupati del Cara di Mineo nemmeno se si faceva una raccolta delle migliori intelligenze si potevano arivare a tanto.
Perché del Cara di Mineo se c’è una persona che andrebbe premiata per quella che riuscì a fare questo è Giuseppe Castiglione perchè è persona onesta, perchè è un bravo amministratore, perchè in ogni caso i suoi atti sono sicuramente atti che possono essere rappresentati in qualsiasi processo e troverà il massimo dell’assoluzione.” E ancora:
“io credo che anche questa è assolutamente fuori luogo, dopo avere fatto una attenta ricerca in tutta la Siciia sui risultati elettorali, quelli che sono i risultati del calatino fanno solo sorridere perché sono al di sotto della media regionale, sono al di sotto di tante altre aree della Sicilia. Basterebbe solo mezza giornata di tempo e mettere assieme tutti questi dati.
Perciò tutti questi voti di scambio, tutti questi interessi, tutte queste ricerche di volere costruire un rapporto politico attraverso qualche assunzione mi fa proprio sorridere.”
E su Bianco sindaco. Se la sente di fare qualche tiratine di orecchie al primo cittadino?
“Assolutamente no. Bianco ha trovato una situazione difficile, non ha salvato probabilmente ancora il comune di catania, ma senza di lui alla guida della città la città di Catania sprofondava sicuramente nei suoi debiti, nelle sue difficioltà che risalgono a tanto tempo prima.” E ancora:
“ha dovuto mangiare la minestra che ha trovato, ha fatto del suo meglio e io credo che i risultati per questa città si vedranno nei prossimi anni per tutte le cose ha messo insieme lui.” Capito? Insomma, altri cinque anni di governo del podestà? Magari con i voti anche del “giovane” Luca Sammartino? Niente male.
E il finale è scoppiettante: un “tris” di nomi per le elezioni regionali in arrivo. Eccoli: il prof. Lagalla, il prof. La Via e lui Enzo Bianco. Proprio così, il podestà, il “sindaco democratico” della “Catania democratica”. La peggiore, la “città dei farisei”.
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