di marco pitrella (nella foto Mirellone con Luca Spataro da giovane)
A Crisafulli erigerei una statua a metà strada fra la Catania – Palermo: a Sacchitello, così tutti saranno costretti ad ammirarla. Fa squola Mirello, pardon Università: di cultura si mangia a Enna, provincia di appena 172.921 abitanti. Con la realizzazione della Kore ha fatto l’unica “operazione politica” seria da sponda ex comunista verso gli ex socialisti – Salvo Andò dirigente storico del PSI in principio fu il Rettore –. E’ soprattutto un politico “capace quindi onesto” (parafrasi di Benedetto Croce) che dai peccati andrebbe assolto & dai “supposti” reati prosciolto.
Su Mirello&Co. (Angelino Alfano, Filippo Bubbico, Ugo Malagnino e Cataldo Salerno si chiamano i “Co.”) pesa, infatti, un’indagine della magistratura per abuso d’ufficio (massimo rispetto come sempre). Il trasferimento del Prefetto, Fernando Guida, che il 28 ottobre aveva avviato il commissariamento della Kore, a seguito della proposta di modifica statutaria dello statuto, è l’incipit d’accusa; secondo la Procura di Roma (la stessa che ha inventato “mafia capitale”) il trasferimento del Prefetto – approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 dicembre scorso – sarebbe avvenuto su “sollecitazione” di Crisafulli, “intercettato – sua la memorabile battuta – da quando c’era il telefono a gettoni”, il quale avrebbe fatto pressione a Malagnino, che del vice-ministro Bubbico è il segretario particolare; “c’è un posto nel consiglio della fondazione a tua disposizione – dice Mirello -, per te o per chi indicherai tu”. Oppure, “parlo io con Bubbico – dice Malagnino -, il nome sarà inserito nella lista dei prefetti da spostare” (vivienna.it). A ciò s’aggiunga “l’anomalia” che Enna rimase senza prefetto né Questore (il questore andò in pensione a fine dicembre) per circa 15 giorni. E però… il neoprefetto Enrico De Simone, il 1° febbraio ha comunque concluso l’iter nominando tre commissari – tanto rumore per nulla? -. Inoltre, il prefetto “uscente” Guida, ha spiegato, dopo un iniziale “no comment” come il suo trasferimento fosse concordato; “avevo chiesto d’avvicinarmi a Roma dove risiede la mia famiglia”. Con l’ultima dichiarazione “dell’uscente” è iniziata la “persuasione occulta” della società civile, specchio de l’animale grillino; “il Prefetto ha giustificato il trasferimento – questa l’ipotesi pataccara– per non mettersi contro il ministro”, è il postulato che dalle malate convinzioni viene dettato. Ammesso & non concesso è diplomazia quella del Prefetto, piuttosto, belli miei.
Con Crisafulli di mezzo la stampa che conta s’è mobilitata; sul Corriere.it Gian Antonio Stella – peggio di lui solo Massimo Gramellini – riprendendo le accuse di Cataldo Salerno verso Cecilia Neri, moglie del Prefetto, appassionata di Bio-architettura che s’è data da fare in iniziative culturali – “che fimmini mancu u diavulu ci potti” -; “quando la moglie non ha trovato sostegno logistico – ha scritto Salerno in un comunicato – il Prefetto non ha avuto stile; ha attaccato la Kore durante un’assemblea sindacale e non ha neppure invitato il Rettore Giovanni Puglisi alla tradizionale conviviale degli auguri di fine anno”. Sembra il gioco di “Cicciu tocchimi e tocchimi Cicciu”.
Sul caso gli indizi ci sono, è vero. E però, ci sono i però anche (dichiarazioni del Prefetto & l’avvenuto commissariamento della Kore). C’è Mirello, in più – è ciò che qui interessa -, che dal qualunquemente reato d’abuso andrebbe prosciolto d’ufficio. Il motivo è presto detto: in piena “democrazia della sorveglianza” (copyright Ilvo Diamanti su Repubblica), sospesa tra la prepotenza del giustizialismo diffuso per via dell’abiura della politica a Prefetti & Commissari – ved. Roma & ved. Giubileo / ved. Milano & ved. Expo – Crisafulli, da politico qual è, rimane in Sicilia, l’ultimo baluardo dell’ “egemonia”, come la chiamava Antonio Gramsci; il potere costruito attraverso il consenso, in antitesi alla “forza” che, oggi, è propria del dominio magistrAle che gradualmente della politica prende il posto (e non con le elezioni).
Al di là dell’inchiesta (che, da copione, farà il suo corso), la questione sempre una è con certi” politici di professione” : siccome il giudizio morale e politico su Crisafulli è negativo allora anche un’inchiesta è già condanna; del “maldestro” Alfano l’animale grillino già chiesto la testa e di Crisafulli ci penso “l’insignificante” Pif. “Come fa il piddì ad avere Crisafulli?” chiedeva la “iena”, che fra tutti i demagoghi è il peggiore, dalla Leopolda (2012). Ce ne vorrebbe, piuttosto, uno “ogni dove” di Mirello; a Catania, per esempio, dove grazie al governo dei gagà gli iscritti, negli ultimi sette anni, di cui tre di gestione di Giacomo Pignataro da Caltagirone (e ho detto tutto), gli iscritti sono diminuiti del 30% (quest’anno un leggero aumento delle iscrizioni); e il piddì, dinnanzi ai dati, che fa? Fa la guerra a Crisafulli che della “sua” Kore ne fa un vanto (il Rettore Puglisi è membro della Treccani e presidente dell’Unesco) e di Pignataro, invece, pare, si dice e si mormora che ne voglia fare il capolista nel collegio etneo per la Camera dei Deputati… il seggio non si merita, s’assegna nel piddì.
E nel piddì Mirello esempio di classe dirigente; prendano lezioni gli scalpitanti piddini in camicia svoltata & cravatta. E se a Enna – come annunciò un bel dì – “vincerei pure col sorteggio”, dall’inchiesta Mirello, in quanto “politico capace quindi onesto”, andrebbe prosciolto persino di fronte a una sua confessione.
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