Militare posta sui social: “Noi con Salvini razzisti e mafiosi”.
L’on. Angelo Attaguile presenta interrogazione parlamentare.
Pm di Catania archivia querela, Attaguile: “Così si rischia la giungla dove ognuno può dichiarare quel che vuole senza doversi assumere le proprie responsabilità”
Ha postato sul suo profilo Facebook la scritta “Noi con Salvini…razzisti e mafiosi”, ma per il pubblico ministero di Catania, Alessandro Sorrentino, la querela non è fondata perché si tratterebbe di “libero esercizio del diritto di critica politica”.
Finisce così in parlamento il caso del primo maresciallo della Marina Militare, Fabio Mavilia, in forza alla base elicotteri di Maristaeli Catania, punto di riferimento del meetup “Amici di Beppe Grillo” di Mascalucia.
Informato dell’accaduto soltanto ieri, il deputato catanese Angelo Attaguile, che del movimento è il segretario nazionale, ha già predisposto una interrogazione parlamentare. “Questa non è politica –commenta Angelo Attaguile, peraltro segretario della Commissione nazionale Antimafia – ma siamo davanti ad accuse ingiuste, squallide e vili che hanno il solo scopo di raccattare qualche voto”.
Una vicenda che prende il via dalla querela presentata dal vicesindaco di Mascalucia Fabio Cantarella sentitosi offeso dai commenti sui social postati dal maresciallo: “Noi con Salvini…Razzisti e mafiosi”, “Salvini sei lo schifo della politica”, “La Lega di cui adesso ne fa parte il vicesindaco…la legalità non sanno dove sta di casa…vi manderemo a casa!”. Questo il tenore.
“Tutti coloro che in questa vicenda hanno violato la legge si assumeranno le proprie responsabilità – preannuncia l’on. Angelo Attaguile – perché ho intenzione di andare fino in fondo e mi fermerò soltanto quando giustizia sarà fatta. Spero non si tratti di un provvedimento emanato da quella piccola parte della magistratura politicizzata che nel corso della mia vita ho già avuto modo d’incrociare e smascherare. Chi conosce la mia storia, chi ha letto il mio libro ‘Fuga dall’ingiustizia’, sa di che sto parlando. Io la mafia l’ho sempre combattuta non a parole ma coi fatti e con le denunce. E così – aggiunge Angelo Attaguile- altri militanti di ‘Noi con Salvini’ tra cui Fabio Cantarella,.
Nessuno può permettersi, anche se mosso semplicemente da uno spirito di contrapposizione politica, di accusarci in modo così squallido e ingiusto. Specie se l’autore è un appartenente alle forze armate. Mi batterò in tutte le sedi – aggiunge l’on. Angelo Attaguile – affinché chi ci ha diffamati sia consegnato alle proprie responsabilità e l’attività posta in essere dal pubblico ministero di Catania sia valutata dagli organi preposti”.
Nella richiesta di archiviazione avanzata al gip ieri, il pubblico ministero Alessandro Sorrentino ritiene che le gravi esternazioni del maresciallo della Marina militare non configurino il reato di diffamazione aggravata ma al contrario si tratterebbe del naturale esercizio del diritto di critica politica: “Orbene – scrive il magistrato – nel caso di specie, la condotta dell’indagato deve essere meglio inquadrata nell’ambito dell’esercizio del diritto di critica c.d. politica.
Segnatamente, il reato di diffamazione viene scriminato quando la condotta rispetta, tra gli altri limiti, quello della continenza delle espressioni utilizzate: le modalità espressive, pur offensive, devono essere pacate e contenute. Tuttavia tale requisito risulta meno rigido nel caso del diritto di critica; l’esercizio del diritto in parola consente, infatti, l’utilizzo di espressioni forti ed anche suggestive al fine di rendere efficace il discorso e richiamare l’attenzione”.
Non è ancora scritta l’ultima parola sulla questione però, perché il vicesindaco di Mascalucia Fabio Cantarella ha preannunciato che in settimana presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione. Sarà quindi il giudice per le indagini preliminari a dire l’ultima parola.
“M’impegnerò –conclude l’on. Angelo Attaguile- affinché quella piccola parte della magistratura politicizzata la finisca di non tutelare e garantire l’onestà e i diritti di tanti cittadini italiani. Altrimenti, in caso contrario, la nostra società diverrebbe una sorta di giungla dove ognuno può dichiarare quel che vuole senza doversi assumere le proprie responsabilità”.
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