di marco pitrella
“L’Italia che dice Sì” ancora non s’è vista. In sordina s’è iniziato & in sordina s’è proseguito; gli odori della salsiccia che stentano a farsi sentire e l’uovo col sale, in effetti, sarebbero stati troppo popolari…del resto, il partito è della Nazione che nulla ha a che vedere con il popolo (ved. Italicum).
Il piddì-piddì fa avanspettacolo, il piddì cittì un po’meno.
“Ci sono solo i compagni”, è consolazione d’un tempo che fu, perché manco quelli si vedono più.
C’è il partito e il suo contrario tra Palco Centrale & Palco Sicilia, minoranza e maggioranza l’un contro l’altro armati: nessun confronto previsto col VCD (vecchio centro destra); le chiacchiere stanno zero. Di che stupirsi, quando gli ex di qualcuno o qualcosa militano nel piddì.
Sotto il palco, poi, si consumano le miserie quotidiane del piddì cittì dove ognuno è corrente e ciascuno è uno spiffero: i “quartini” di art.4 contro la Cgil, Bianco contro i “quartini”, Giuseppe Berretta è un mio amico, la Cgil che “per il Sì & per il No” è in favore del “Ni” al referendum.
Presente la Premier Dame Valeria Sudano, mentre la First Lady Adele Palazzo entra in corsa.
Su tutti vince lui, Giovanni Burtone. Il Genio della sciarpa, infatti, si rivela, per l’ennesima volta, il mago del piazzamento “Giovanni do Nascimento” ed è l’unico deputato catanese ad essere stato relatore sul Palco centrale.
Enzo Bianco se n’era accorto di esser stato superato dal sempiterno deputato militellese? “Il Potestà” ha compreso che la città è stanca di sentire che “la pista ciclabile ha fatto di Catania una città europea”? complimenti per il dosso.
Delle iniziative politiche? (eufemismo)
L’“Alfano uno di noi”, venuto a festeggiar, è un continuo appalesarsi dell’eterna alleanza tra “Firrareliani” e “piddì bene”, che partiva da Caltagirone e arrivava a Catania.
Che l’alleanza PD-NCD prosegua anche alle prossime regionali è “qualunquemente” ovvio.
All’Orlando Ministro della Giustizia, che al sobrio ricordo del 50esimo delle morte di Palmiro Togliatti fu intravisto, andrebbero ricordate le parole del leader comunista, pronunciate all’Assemblea Costituente, su autonomia & indipendenza dei magistrAli: “Quali ordini, che potere, sono impiegati dello Stato”.
D’Alema che mesi addietro non avrebbe riempito casa sua a Villa Bellini fa l’en plein; D’Alema è intelligente e al confronto con il non pervenuto Gentiloni sembra meglio del “Migliore” di cui sopra.
Bene Rosy Bindi che di Mafffia dimostra di capirne più dell’antimafffia: al dibattito dal titolo “Lotta alle mafie una priorità per la democrazia”, dicendo Confindustria dice tutto: applausi.
Al lavoro e alla lotta: Camusso v.s. Madia: per chi avranno tifato i cigiellini da piddini travestiti dell’area “Demosì”? Un po’ per l’una & un po’ per l’altra di sicuro… se la “sinistra è cambiamento” dipende dal seggio. La Madia si conferma la più bella del reame (love, love, love), altro che Susanna, Marianna “mon amour”.
A Martina, che dell’Agricoltura regge il dicastero, andrebbe ricordato che “aranci, aranci cu l’avi si i cianci”.
Infine, rimane Catania la città dove tutto è possibile se così s.o.stiene la convinzione dominante; per dirne una, s’è gridato all’occupazione di Villa Bellini quando le autorizzazioni ci sono tutte.
“L’italiano non è l’italiano”.
E se dell’“Italia che dice Sì” la Festa de l’Unità doveva esser l’apoteosi, sono in tanti (anche tra i piddìni) a rispondere “No grazie”.
Ps: Top il concerto degli Avion Travel.
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