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Politica&Referendum, Catania: Vincenzo Gibiino e i 70 comitati per il No chiudono la campagna referendaria
Pubblicato il 03 Dicembre 2016
“Riforma costituzionale, deriva autoritaria del Paese”
Il senatore Vincenzo Gibiino con i suoi 70 comitati per il No al referendum oggi ha tirato le somme di questa lunga maratona referendaria. Nell’occasione si sono uniti a lui i parlamentari degli altri schieramenti politici di centrodestra che insieme hanno condotto la battaglia sul fronte del No. Non solo le parole della deputazione ma è giunta anche la testimonianza delle persone comuni che hanno dimostrato di non credere alla riforma proposta da Renzi.
Il dato che salta all’occhio, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, è la deriva autoritaria cui si va incontro. «La gente ha capito che il governo ha legiferato per avere il totale controllo del Paese – ha affermato Gibiino – prima con la riforma della Rai, poi con l’approvazione della legge elettorale (Italicum) e adesso con il referendum. Ha ottenuto di avere il controllo sulla Rai potendo nominare direttamente direttore generale e amministratore delegato e abbiamo ben visto l’occupazione che si è realizzata sui media durante la campagna referendaria; ed ancora l’Italicum: l’elettorato è oggi diviso in tre poli; la forza politica che raggiungerà il 20 per cento avrà la vittoria alle elezioni, ottenendo 340 deputati e 40 senatori laddove passasse la riforma costituzionale. In questo caso il partito che vincerà le elezioni potrà eleggersi il capo dello Stato, i membri della Corte Costituzionale e quelli del Csm. Nel 2018 a chi consegneremo il Paese?»
«Ed ancora lo Statuto speciale della regione siciliana dispone la incompatibilità del deputato regionale con il parlamentare nazionale. In assenza di modifica di questo articolo dello statuto di rango costituzionale e del vaglio attraverso le due camere del parlamento nazionale i siciliani non potranno avere la legittima rappresentanza.»
Dell’occupazione di Renzi in tv parla anche l’europarlamentare Salvo Pogliese «non c’è un precedente storico di tale portata – ha dichiarato – ma grazie a questa campagna referendaria si è ottenuto di unire il centro-destra. Dobbiamo far tesoro degli errori fatti nel passato e pensare di vincere le prossime elezioni regionali nel 2017 e quelle politiche a febbraio 2018.»
Presente la deputata palermitana di Forza Italia Gabriella Giammanco che è entrata nel merito, non solo della riforma costituzionale, ma anche sul modus che ha portato alla sua adozione. «Non ci è piaciuta come è stata adottata, con riunioni notturne, con una minoranza scarsa sotto minaccia di elezioni anticipate».
E sulla deriva autoritaria ritorna il Presidente di Area Popolare Mario Mauro in particolare in riferimento alla clausola di supremazia: «tutti coloro che pensano di poter salvaguardare gli statuti autonomi delle regioni sono in realtà in forte contraddizione – ha affermato – il pericolo per la democrazia e la libertà è un pericolo oggettivo. Ma già questo referendum ha provocato un danno facendo credere che chi vince le elezioni possa farsi la costituzione che vuole».
«Renzi gioca sugli stati d’animo degli italiani – da Roma interviene Renato Schifani in video conferenza, fornendo la sua testimonianza sulla campagna referendaria – con questa riforma il presidente del Consiglio non avrà più bisogno dei decreti legge, potrà richiedere al parlamento che venga emanata una legge in 70 giorni. Corriamo allora il rischio di vedere approvata una riforma della sanità o della scuola entro soli 70 giorni. Troppo poco».
Ad Angelo Attaguile, rappresentante dei salviniani preme invece sottolineare ciò che manca a questa riforma «Il vincolo di mandato – dice – una garazia per l’elettore che chi viene eletto deve portare avanti quella linea politica. Oggi invece assistiamo ai “salti mortali” di un Verdini che insieme ad Alfano tengono in piedi questo governo.» Ma ad Attaguile preme anche ribadire l’esigenza dell’elezione diretta del capo dello Stato «In questa mia legislatura – ha detto – ho assistito a questa procedura ed ho capito che questa elezione è frutto degli accordi notturni dei partiti».
Si chiude con il segretario nazionale di Noi con Salvini e poi è la volta dei dibattiti che si conducono anche a distanza, tramite social, collegati con tutti i protagonisti dei comitati del No di Vincenzo Gibiino che, in questi mesi, hanno portato avanti senza tregua la campagna referendaria da Parma a Trapani, ognuno ha detto la sua e raccontato la sua testimonianza. I giovani di Forza Italia, coordinati da Carmelo Coppola, sul territorio sono stati i protagonisti dell’interazione con la gente che in fondo ha dimostrato di non credere in questa riforma.
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