Politica&Referendum, dal centrodestra: ecco le parole di Basilio Catanoso e Vincenzo Gibiino


Pubblicato il 05 Dicembre 2016

ecco i due comunicati:

Referendum: “Voto chiaro che boccia i governi di centrosinistra, nazionale e siciliano” dice l’on. Basilio Catanoso (F.I.)

“La Sicilia e le nostre città hanno detto No alla pasticciata e raffazzonata presunta riforma referendaria ma, al contempo, hanno espresso un voto chiaro che boccia senza appello i governi di centrosinistra: quello nazionale di Renzi con le sue promesse non mantenute, e quello siciliano del Centrosinistra e di Crocetta disastroso nelle poche scelte fatte e nei molti momenti di assoluta incapacità decisionale, dalle evidenti contraddizioni di una accozzaglia (per dirla alla Renzi…) di tante, scadenti individualità clientelari”: così il deputato alla Camera di F.I., Basilio Catanoso, commenta il voto referendario.

5 dicembre 2016

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REFERENDUM. GIBIINO (FI): DA CATANIA UNA RISPOSTA NETTA E CONSAPEVOLE. SI PENSI ORA ALLO SVILUPPO DEL PAESE

“Il risultato referendario di Catania, con il 74,7 per cento di NO, evidenzia la netta determinazione e la consapevolezza di un elettorato che chiede alla politica un approccio concreto, ben diverso da quello dei partiti della maggioranza di governo, a Roma come a Palermo, volto a fare le cose che servono per davvero al Paese, ai nostri territori. Catania ha detto NO a due anni di sole parole, ad un progetto riformatore sbagliato e inadeguato, ha detto NO all’uomo solo al comando, al tentativo di depotenziare la democrazia”, lo dichiara il senatore Vincenzo Gibiino di Forza Italia.

“Mesi e mesi a parlare di riforme costituzionali, di leggi elettorali, nei quali l’esecutivo ha perso di vista il Paese reale, che annaspa, che perde di competitività, che non ha lavoro – prosegue Gibiino –. I catanesi si sono posti delle domande, le più semplici ma le più concrete. L’Italia ha messo in campo iniziative a sostegno di chi produce e crea lavoro? L’Italia ha un piano per lo sviluppo infrastrutturale per il Mezzogiorno? L’Italia sta gestendo in modo virtuoso l’importante patrimonio turistico e culturale? Un’unica risposta: NO. Da qui si deve ripartire. Servono governi composti da persone preparate, che lavorino, con dedizione, allo sviluppo del Paese, per ridare finalmente all’Italia tutto il lustro che merita”.


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