Politica&Sanità, Catania: l’imbroglio del pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”


Pubblicato il 26 Maggio 2016

Lo “Scippo” è compiuto e con un po’ di fantasia occorre individuare gli “scippatori”

di iena antibluff marco benanti

La chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania sembrava una cosa scontata da tempo, tuttavia non è cosa da poco se si considera che, con i suoi circa 90.000 casi annui trattati, ci troviamo dinnanzi ad un centro di tutto rilievo per la salute dei cittadini, nell’area dell’emergenza sanitaria. Teniamo conto che gli utenti privilegiati di questo servizio sono stati la maggioranza dei cittadini catanesi residenti nelle zone del centro e soprattutto nei quartieri popolari (da San Cristoforo, a Zia Lisa, a Villaggio Sant’Agata, a Pigno, a San Giorgio e l’intero Librino) oltre a buona parte dell’hinterland a partire da Misterbianco e Motta Sant’Anastasia.

Adesso si scopre che su questo scenario:

Ospedale Vittorio Emanuele → Nuovo Ospedale San Marco → Policlinico Universitario

Si gioca una partita che somiglia sempre più al gioco delle tre carte, cioè ad una partita truccata.

Infatti mentre metà della città di Catania, soprattutto quella dei quartieri popolari, dormiva sonni tranquilli in attesa dell’inaugurazione del nuovo ospedale SAN MARCO, con consegna ritardata a causa dei problemi della TECNIS, e che doveva rappresentare un salto di qualità rispetto all’esistente, si scopre che la classe dirigente dei politici con in testa la Regione Siciliana e il suo Presidente Crocetta escogitava uno stratagemma per “scippare” le risorse (soprattutto la pianta organica) destinate al San Marco per l’apertura del reparto di Pronto Soccorso al Policlinico Universitario, assecondando probabilmente gli appetiti di qualche “barone” della facoltà di medicina e con la complicità di qualche deputato emergente esperto in materia di sanità.

Si tratta di una operazione che rappresenta un vero e proprio attentato alla salute di oltre la metà dei cittadini catanesi e non solo. Si va ad intasare ulteriormente la zona adiacente al Tondo Gioeni e si lascia scoperto del presidio sanitario previsto oltre metà della città di Catania.

Pare che la “Piattaforma Librino” (composta da associazioni che operano nella zona Sud della città) ha scoperto questa drammatica situazione e l’ha denunciata pubblicamente, e la CGIL ha chiesto un immediato incontro al sindaco unitamente alle altre organizzazioni sindacali.

L’incontro si è svolto lunedì 23 maggio al Comune di Catania e tutti, sindaco in testa, alla presenza del Rettore Pignataro e del manager dell’azienda ospedaliera Cantaro, per come riportato dai giornali, hanno convenuto che non si chiuderà il Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele se prima non apre quello del San Marco.

Ora nel quotidiano “La Sicilia” di giovedì 26 maggio lo stesso manager del Policlinico/Vittorio Emanuele annuncia che entro dicembre verrà attivato il Pronto soccorso del Policlinico, tacendo completamente ogni previsione sul San Marco.

Tra l’altro si parla delle dotazioni avveniristiche del futuro Pronto Soccorso del Policlinico,  da qui l’impressione che se Cantaro da buon manager è il braccio operativo dei decisori politici, la classe politica dal sindaco Bianco al Presidente Crocetta e a seguire i vari onorevoli, stiano giocando una brutta partita nei confronti del nascituro Ospedale San Marco, pur trovandosi questo nuovo presidio in un territorio logisticamente favorevole, in quanto collegato facilmente alla tangenziale, alle autostrade, all’asse dei servizi, all’asse attrezzato.

Ma la cosa più grave sembra essere rappresentata dal tradimento perpetrato a discapito dei cittadini, pur di favorire forse qualche cattedratico non tanto propenso a trasferirsi dalle parti di Librino. Sarebbe interessante sapere se questa scelta miope per non dire sconcertante e scorretta ha goduto in sede regionale della complicità di tutti i deputati catanesi e quali misure correttive il sindaco, il Presidente della Regione vogliono mettere in campo per ripristinare le giuste aspettative riposte sul nuovo ospedale SAN MARCO, che doveva avere certamente quel ruolo di eccellenza che adesso sembra invece riversato sul Policlinico Universitario.

 


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