di marco pitrella (con il concorso psico-morale di Marco Benanti)
Se la storia è lotta di classe il preludio per andare giustamente alla guerra contro il mondo arabo (tutto se è necessario) è sconfiggere il pensiero dominante, il “volemose bene”, che la peggiore “borghesia” impone. Dopo l’ennesimo attacco terroristico, quello di Bruxelles, la risposta, ancora una volta, non può sventolare nel nullismo ideologico della bandiera arcobaleno che dei gagà è di proprietà.
Ha senso “scambiare un segno di pace” quando “questi” si fanno esplodere? temo di no. “Questi” son terroristi per noi che la pace vogliamo costruire dalle macerie della guerra “giusta & santa” mentre per l’imam dell’università al Azhar del Cairo (do you remember Giulio Regeni?), invece, son “corrotti” (ved. Massimo Bordin su “Il Foglio”) – peccheranno, quindi, del qualunquemente abuso d’ufficio? se questa è la solidarietà dell’islam (eufemisticamente) moderato… che amarezza quelli che, dinnanzi all’evidenza, rispondono le religioni sono tutte uguali.
In effetti, vallo a spiegare che il problema sta nell’islam al pensiero (della classe) dominante, dell’umano tanto social, troppo affezionato alla convinzione del “è colpa di Bush” (che c’aveva visto giusto) che la verità, come Dio attraverso la ragione, non ha voglia di cercare. Si fanno forza delle loro convinzioni, infatti, postando un “je suis”, le vignette di Vauro (che schifo!) o, orgogliosi e fieri, il “not in my name” dei maldestri distinguo islamici che hanno la stessa velleitaria efficacia del catanesissimo “nun semu tutti i stissi”.
Intanto, la gente muore.
“Non ci intimoriscono”, hanno urlato dopo Charlie Hebdo (un giornalaccio fra l’altro) o il Bataclan (stragi, guarda caso, in Francia dove il “laicismo” è fallito), “non sarò mai come mi volete”, rispolverando slogan 68ini e “non cambieranno le nostre abitudini”, hanno starnazzato, infine, dopo i quotidiani 11 settembre; eccetera, eccetera, eccetera. Accoglienza e solidarietà poi s.o.stengono i compagni pacifisti… dimenticando, però, che i migranti (che vanno accolti sempre) scappano dalla guerra che loro stessi – i compagni pacifisti, appunto – si ostinano a non vedere. E si vede, a proposito, quanto l’occidente stia in pace preferendo alzare il pugno chiuso piuttosto che imbracciare il fucile. “La violenza è la levatrice della storia, andrebbe ricordato a tutti. Il tribale Obama, per questo, andrebbe processato per crimini contro l’umanità e per aver ritirato le truppe dall’Afganistan & dall’Iraq e lasciato il lavoro a metà in Libia: il tempo è galantuomo si dice, e, purtroppo, arriva in ritardo; qualche giorno fa la Hilary Clinton – spero che il serio & pittoresco Donald Trump la trivelli! – proprio sulla Libia ha espresso un “ritardato” c’eravamo sbagliati.
Se questo è quanto, che ben vengano i droni ce lo chieda o no l’Europa; in verità vi dico che preferirei i crociati a esportare la democrazia (cristiana). In fondo, il “senso drammatico della storia”, di Gramsciana memoria, lo stiamo già vivendo senza (voler) accorgercene.
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