Ponte delle “loro brame”: ennesima presa in giro da Roma


Pubblicato il 10 Dicembre 2020

Duro attacco degli esponenti del centro destra siciliano nei confronti del Governo Conte che non avrebbe previsto il finanziamento del Ponte sullo stretto di Messina nell’ambito del piano sul Recovery ,eterna illusione  dell’opera più attesa da decenni anche se per mesi si è sbandierato da esponenti dell’Esecutivo la necessità di inserirla tra le infrastrutture necessarie per il decollo della Sicilia. “Oggi che siamo alle battute finali dell’immaginifico Recovery Plan, appare davvero preoccupante leggere di come, in nessuna delle bozze circolate, compaia il ponte sullo Stretto.
Lo stesso per tante altre priorità strategiche individuate nel documento inviato a Roma dalla Regione Siciliana. Ma innanzitutto l’estromissione del Ponte, maturata fra slogan e vere e proprie prese in giro come il tunnel o la funivia dello Stretto, rappresenta certamente il più grave fra gli schiaffi inferti dal Governo Conte ai sogni e alle necessità della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia”. Ad affermarlo è l’assessore alle Infrastrutture della Regione siciliana Marco Falcone, che ha visionato  le bozze del ‘Recovery Plan’  che sono circolate prima dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.
    ” Oggi – continua – purtroppo dobbiamo prendere atto della realtà: la Sicilia e il Sud saranno esclusi da una svolta di tale portata grazie a una precisa scelta politica del Governo Conte”.
    Il senatore Stefano Candiani, segretario regionale della Lega Sicilia Salvini Premier dice: “Dopo mesi di propaganda sul ponte con il senatore Faraone e il viceministro Cancelleri che rilanciavano con teleferiche e tunnel sopra e sotto il mare adesso il progetto di ponte sullo Stretto è improvvisamente scomparso dal Recovery plan”. “Ieri in Consiglio dei ministri – aggiunge – è stata discussa la bozza del cosiddetto ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ un testo di 125 pagine dove non compare neanche per caso il ponte sullo Stretto. Una scelta che non condividiamo assolutamente ma che fa pensare anche sul reale peso politico di alcuni illustri esponenti della maggioranza giallorossa che da quest’estate si sono ripetutamente esposti sul tema del collegamento sullo Stretto.
    Penso al senatore Faraone che non ha esitato a indicare il ponte come una priorità del Recovery plan o al vice ministro Cancelleri che aveva già pronti cinque miliardi per un tunnel tra le due sponde dello Stretto”.
Rosario Sorace.

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