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Porto di Catania, M5s e Pd: l’ennesima occasione sprecata
Pubblicato il 13 Marzo 2024
Catania, 13 marzo 2024 – Pensa veramente il sindaco che il consiglio comunale della città di Catania possa accettare senza discutere con dati alla mano le prospettive di sviluppo del porto della città che il suo Piano regolatore dovrebbe disegnare? Il Porto di Catania è un luogo dove si intrecciano interessi politici, economici e di potere. Saprà il Comune di Catania mettersi al disopra di questi interessi e provare a governarli per il bene della città? Se si comincia così, la risposta è sicuramente negativa. Si è affrontata la questione ormai antica della vocazione prevalente del porto, ossia se si tratta di un porto a vocazione turistica o a vocazione commerciale. Bisogna fare i conti con le dimensioni limitate dell’area su cui insiste il porto, sull’esiguo contributo al traffico commerciale dell’insieme dei porti italiani e sul desidero dei catanesi di poter vivere appieno il rapporto con il mare.
Noi pensiamo sia indispensabile sfruttare al massimo le potenzialità turistiche del porto adesso, senza dover attendere la realizzazione di un “nuovo porto” di cui non conosciamo tempi e modalità di realizzazione.
Ieri ci sono state solo illustrate delle scelte preconfezionate. Ci chiediamo a cosa sia servita una seduta di Consiglio se non a commentare decisioni già prese. Nel merito, il progetto di Prp, illustratoci dall’autorità portuale, ci sembra una grande occasione persa. Da quel poco che abbiamo potuto vedere, non si risolve infatti il problema della chiusura di una ampia porzione del Porto ma, anzi, lo si accentua.
Adesso aspettiamo le carte per poter valutare approfonditamente quello che ci è stato illustrato per grandi linee, ma non ci facciamo grandi illusioni. Avere una visione diversa del Porto significa sacrificare interessi. Ed ecco qui il conflitto, che è materia politica da governare. Saprà farlo questa amministrazione? È lecito dubitare.
I gruppi consiliari M5s e Pd.
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