L’emergenza aeroporto di Catania sta lentamente rientrando, dopo la riapertura del terminal “A” (dove è divampato l’incendio) ed il progressivo riposizionamento dei voli sulla città. Sono stati 20 giorni di passione non solo per il territorio catanese, ma per l’intera Sicilia, sul quale la Ugl catanese invita a riflettere mentre l’ammontare dei danni rimane comunque incalcolabile. “Ci sono tanti, troppi, aspetti sui quali ci si dovrebbe soffermare, aldilà dell’individuazione delle precise responsabilità rispetto a quanto accaduto che spetta alla magistratura, sulla quale riponiamo piena fiducia – dice il segretario territoriale Giovanni Musumeci. Solo il caso ha voluto che non succedesse qualche tragedia, considerato che il fatto è avvenuto in un momento in cui c’erano pochi voli. E questo è già un elemento non di poco conto, dato che fa pensare molto riguardo la vulnerabilità dell’aerostazione anche in relazione ai sistemi preventivi esistenti. Un aeroporto di levatura internazionale che macina record e punta ad essere sempre più hub del Mediterraneo non può e non deve permettersi alcuna fragilità strutturale ed organizzativa. Su quest’ultimo punto, infatti, riteniamo sia stata evidente la mancanza di un efficiente piano operativo alternativo in un caso del genere – sottolinea il leader della Ugl etnea. Questo va chiarito, al pari di tanti dubbi che ci auguriamo possano trovare presto la risposta giusta. Fa pensare molto pure la condizione in cui si trova ancora oggi il terminal “B”, sebbene da diversi anni vengono chiesti investimenti per renderlo funzionale. Finito il clamore dei fatti, troppo spesso abbiamo il difetto di accantonarli per passare a commentare i successivi. Questa è piuttosto una di quelle situazioni sulle quali i riflettori (a nostro avviso) devono rimanere accesi, perché il nostro scalo aeroportuale è un patrimonio fondamentale per l’economia del territorio ed il lavoro. Lo abbiamo rilevato in queste giornate, nonostante qualcuno abbia tentato di minimizzare o di raccontare una narrazione non di certo rispondente alla realtà – aggiunge Musumeci. Noi della Ugl continuiamo a chiedere a Stato e Regione siciliana dei ristori adeguati per le imprese, i lavoratori e i turisti che sono stati colpiti da questo disastro, i cui effetti non si sa ancora in che modo e per quanto tempo incideranno sull’andamento economico e occupazionale di questa parte della Sicilia. Intanto vogliamo ringraziare pubblicamente tutti i lavoratori diretti e dell’indotto i quali, loro malgrado, si sono trovati improvvisamente in ferie forzate oppure in cassa integrazione a zero ore, oltre alle maestranze a vario titolo che invece sono state coinvolte nella gestione delle fasi emergenziali e che, in un’organizzazione estemporanea generale, hanno dato un’ottima prova di capacità di reazione e grande professionalità. La fase critica dell’incidente sta per essere superata, ma ciò non vuol dire che da questo momento non può cominciare una seria riflessione da parte di tutti su ciò che stiamo continuando a vivere, senza dimenticare che siamo nel pieno della stagione turistica. La realtà di Catania – conclude il segretario territoriale della Ugl – non può e non deve rimanere indifferente su quella che è la gestione delle proprie risorse pubbliche, come lo è l’aeroporto “Vincenzo Bellini”, perché il destino di un territorio, del suo potere economico e di chi ci lavora non possono essere affatto abbandonati, nelle criticità, mai più all’approssimazione ed all’improvvisazione.”
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