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Precari covid, stato confusionale generale

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di Charles Dickens

Da mesi ormai contagi e ricoveri sono calati, per fortuna, drasticamente. Avrà certamente inciso, forse, la massiccia campagna vaccinale, ma è un dato certificato. Anche la data di scadenza dei contratti del personale covid era certo, ma l’Asp di Catania ha bisogno di altri 15 giorni per fare una ricognizione. E nei mesi precedenti cosa è stato fatto? Troppo impegnati ad occuparsi d’altro? E di cosa? Si continua a giocare sulla pelle di migliaia di giovani e meno giovani, ai quali bisognerebbe avere il coraggio di dire: “La Sicilia ha un buco nella sanità di oltre 400 milioni di euro. Non ci sono soldi per le stabilizzazioni. Ci dispiace, ma siete stati presi in giro”. Chi avrà il coraggio di farlo? Sulla questione regna uno stato confusionale generalizzato, il presidente della Regione Siciliana e il suo assessore alla Sanità hanno, al momento, dimostrato “approssimazione” e “leggerezza”. La circolare stilata frettolosamente il 28 febbraio, giorno di scadenza dei contratti, è “lacunosa”, generica e “liquidatoria”. In pratica la Regione ha scaricato il problema su Asp e Ospedali. Come finirà? Purtroppo male. Pensiamo, infatti, che non vi siano soluzioni. Altrimenti non si sarebbe arrivati a questo punto. Dal primo di marzo hanno abbandonato al proprio destino una parte del personale. Nell’era in cui la tecnologia è presente ovunque, restano a casa tecnici e informatici. A metà marzo faranno altrettanto con tutti o quasi gli amministrativi. Ma si dovrebbe capire, ammesso che vi siano possibilità per il mantenimento di alcuni rapporti di lavoro, quale criterio sarà adottato. Si procederà in modo discrezionale o sulla base di…

Per sanitari e parasanitari cosa accadrà? Loro potrebbero essere collocati, ma ci sono due problemi: il primo la mancanza di fondi, il secondo è legato alle “specializzazioni”. E anche in questo caso, ammesso che vi siano possibilità per una stabilizzazione, come si procederà? E cosa ne sarà dei bandi già espletati? Ad oggi, poi, non c’è ancora l’indicazione delle procedure che saranno seguite per le ipotetiche stabilizzazioni. Temiamo, infatti, che il provvedimento nazionale resti solo una buona intenzione e niente di più.

Nel frattempo le prese di posizione si susseguono. I paladini della giustizia sociale si sperticano con dichiarazioni e interventi. Per loro arrivare a fine a mese, per il momento, non è un problema!

Poveri noi!

p.s. Quasi, quasi scrivo un libro.

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Iene Sicule

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