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Processo Lombardo: le domande delle cento pistole
Pubblicato il 14 Dicembre 2011
Di Iena di Strada
Se non fosse un paradosso si chiamerebbe Catania. Il futuro processuale di Raffaele Lombardo potrebbe incrociarsi col risarcimento danni richiesto dall’associazione “Primo Consumo”, notoriamente vicina all’avvocato Antonio Fiumefreddo ex legale “sciarriato” col governatore dopo la cacciata a furor di popolo dal teatro” Massimo Vincenzo Bellini”. Potrebbe non essere un caso che a rappresentare l’associazione “Primo Consumo” era presente in aula l’Avv. Fragalà, punta di diamante dello studio Fiumefreddo che ha depositato la richiesta di costituzione di parte civile.
“Primo Consumo”, sarebbe interessante vedere quali e quanti soci comprende, in ogni caso colmerebbe il vuoto lasciato da Regione e Comune, governato dal Raffaele omonimo del grammichelese traslocato a Palermo ma con grandi capacità politiche, tanto da “determinare”, secondo le ipotesi della Procura di Catania, esponenti del clan Cappello e dei Santapaola …a votare Mpa per le politiche. Attenzione però, perchè i boss mafiosi non sono indagati e avrebbero agito senza metodo mafioso, nè è contestata l’aggravante di aver favorito la mafia ai due fratelli Lombardo. Genialmente mefistofelico?
Ma cos’è accaduto negli ultimi tempi nello scontro “politico” rossazzurro? Apriamo il tema dell’incontro dei maccheroni e quello del pistacchio. Si narra di due incontri dell’ “avvocato caldo”: uno a Roma, in un noto ristorante, con Raffaele, uno a Catania con Pippo “il verde”. Il primo lo avrebbe mandato a quel paese per la seconda volta con tanto di esposizione di dito, non certo per gesti volgari estranei al personaggio, ma come massimo consentito di cordialità, il secondo non si sa come avrebbe reagito. Indiscrezioni veritiere ? Chissà! A proposito: qualcuno che fa la morale agli altri è forse indagato dalla Procura per spese varie, per quanto rappresentative siano?
Alla fine della prima udienza del processo contro i fratelli Lombardo, alcune domande sorgono spontanee al cronista: 1) L’ex avvocato del Presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’avvocato professore Antonio Fiumefreddo, era presente in aula (nella foto in fondo all’aula). Bene, a presentare la costituzione di parte civile per “Primo Consumo” è stata l’avv. Emanuela Fragalà dello studio Fiumefreddo. Ma “Primo Consumo” è quell’associazione che a Catania ha come responsabile l’avv. Renata Saitta? E’ l’avv. Saitta è in qualche modo legata allo studio Fiumefreddo? La sede di “Primo Consumo” è in corso delle Province 203, dove? Ma lì non c’è la sede dello studio dell’avv. Saitta? Ma non è la stessa che presentò l’esposto al Csm contro il giudice Gari? Gari, sì quel giudice “reo” di essere marito della nuova sovrintendente del Teatro “Massimo Bellini”, orfano dell’avvocato-professore già legale del governatore?
2) Il capo d’imputazione contro i fratelli Lombardo rientra nella casistica normale della dialettica Accusa-Difesa o è un caso di “giurisprudenza creativa” in cui i mafiosi avrebbero procurato favori a Lombardo, senza che lui ne fosse cosciente? E l’aggravante mafiosa in questo caso non c’è?
3) La società civile catanese dov’era? A lavorare o a leggere il giornale? L’ “indignazione” è finita? In aula non c’era nessuno del variegato mondo dell’associazionismo “impegnato” rossazzurro….C’era, tra gli altri avvocati, anche Carmelo Galati, sindaco di Battiati per l’Mpa. Ma i Lombardo hanno altri difensori, vabbè che sarà mai!
4) Ma in un processo in cui c’è di mezzo il voto e altri valori democratici, oltre la regolarità delle elezioni, si deve costituire “Primo Consumo”? E ci chiediamo: e se a costituirsi parte civile fosse la mafia (magari sotto la forma giuridica di organizzazione denominata “Cosa Nostra snc”), presa clamorosamente in giro, a quanto sembrerebbe, dal famigerato Lombardo major?
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