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PROCESSO PTA GIARRE: ASSOLTI FIDELBO E CALACIURA
Pubblicato il 03 Settembre 2018
Per anni se n’è parlato, anche con risvolti legati alla polemica politica, poi l’attenzione è calata: ora è arrivato il verdetto di secondo grado.
La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catania (Presidente Antonino Fallone, a latere Lattanzio e Maggiore) ha assolto l’imprenditore Melchiorre Fidelbo, marito della Ministra per i rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro e l’ex direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Calaciura dall’accusa di abuso d’ufficio nel processo sull’ appalto per l’informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre, assegnato alla Solsamb, società guidata da Fidelbo. L’accusa, con il sostituto procuratore generale Iole Boscarino, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
In primo grado, il 10 giugno del 2016, erano stati condannati a nove mesi di reclusione ciascuno, pena sospesa, e assolti “per non avere commesso il fatto” dall’accusa di truffa. Melchiorre, difeso dagli avvocati Piero Granata e Rino Licata, è stato assolto “perché il fatto non “perché il fatto non sussiste” e Fidelbo, assistito dai legali Carmelo Galati e Angelo Pennisi, perché “il fatto non costituisce reato”.
Al centro della vicenda giudiziaria un appalto, del valore complessivo di 170mila euro, che sarebbe stato affidato in violazione delle norme.
In primo grado, la Procura della Repubblica aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, con le accuse di abuso d’ufficio e truffa aggravata, di Melchiorre Fidelbo, dell’ex direttore amministrativo dell’Asp di Catania, Giovanni Puglisi, e degli ex direttori generali della stessa azienda, Giuseppe Calaciura e Antonio Scavone. Due anni fa, la sentenza della terza sezione del Tribunale di Catania: assolti per non aver commesso il fatto Giovanni Puglisi e Antonio Scavone. Condannati, invece, ma solo per abuso d’ufficio, a nove mesi, con sospensione della pena, Melchiorre Fidelbo e Giuseppe Calaciura. Per tutti il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione dal reato di truffa ma la condanna ad un anno per abuso d’ufficio.
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