Psicosi Coronavirus: pesanti ripercussioni, la Fipet chiede intervento istituzioni

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La Federazione Italiana Pubblici esercizio e Commercio FIPET-CIDEC rappresentata dal Pres. Roberto Tudisco e dalla vicepres. Elena Malafarina lancia un grido di appello alle istituzioni per fronteggiare le gravissime conseguenze economiche derivanti dalla problematica sanitaria del Corona Virus.
In questi giorni a Catania si registrano cali notevolissimi dell’afflusso di persone in tutte le attività commerciali e la città appare desolata e deserta, quasi svuotata, a causa del panico e della preoccupazione destata dal virus.
Le nostre Istituzioni, impegnate a risolvere la problematica sanitaria, devono al contempo occuparsi delle conseguenze economiche che questa comporta e che stanno causando la paralisi di interi settori come quello alberghiero, della piccola distribuzione, della ristorazione e dell’intrattenimento.
Non possiamo essere lasciati soli, dopo anni di interminabile crisi economica, in un momento così fragile e incerto, ed abbiamo bisogno di interventi concreti a sostegno dell’economia e di un ritorno concreto alla normalità.
Anche se Catania non ha subito le misure interdittive di altre città, la psicosi della paura da contatto umano ha, di fatto, comportato un azzeramento della vita sociale cittadina, e si registrano cali del fatturato di oltre il 70% con conseguenze terribili, che spingeranno in molti a chiudere la partiva iva e sbarrare definitivamente le saracinesche delle attività per dissesto.
Questo sta già comportando dei tagli al personale impiegato nel settore, che rappresenta uno dei pilastri della nostra economia, e porterà migliaia di famiglia alla rovina senza aiuti concreti.
Se da un lato l’emergenza ci spinge a riflettere sulla salute pubblica e sulle attività necessarie per tutelarla, dall’altro a fine mese siamo costretti a fare i conti, chiudere i bilanci, pagare gli affitti e gli stipendi e decidere se licenziare e mandare a casa padri e madri di famiglia, in attesa che lo Stato decida di destarsi dal sonno in cui da anni è piombato.
In questo momento non possiamo tacere sul panico che è stato scatenato e che sta coinvolgendo tutta la popolazione, la paura, più che il virus in sé, sta minando le basi del vivere comune e paralizzando tutti i settori produttivi. In questo caos, tra esperti, politici, medici e opinionisti, pagano alla fine della fiera sempre i soliti noti, gli stessi a cui lo Stato infila lemani nel portafoglio per tasse e balzelli vari, e che poi abbandona al momento del bisogno.
Cosa intende fare la nostra amministrazione per aiutare i commercianti in difficoltà? Quali misure intende adottare Catania per fronteggiare questa crisi? Come faremo a riprenderci e ritornare appetibili nelsettore turistico? E soprattutto quali misure si stanno adottando per
far ritornare la popolazione ad una vita normale e quotidiana?
La politica cosa sta facendo? Qualche esponente locale ha chiesto aiuto al governo nazionale per predisporre un piano di interventi? O ne beneficeranno solo le zone gialle e rosse che hanno subito il contenimento?
Qui c’è da considerare che, malgrado Catania non sia stata oggetto di misure interdittive della vita cittadina, di fatto ci ritroviamo nella medesima situazione e con un panico e paralisi ad esse assimilabili. Se la risposta sarà come al solito che non ci sono soldi, che non possiamo fare niente, che dobbiamo come sempre arrangiarci per i fatti nostri, cosa che già facciamo da tempo perché spesso su questo Stato non si può minimamente contare, allora che senso avrà averinvestito in questa città, in questa regione e in questa nazione?
Abbiamo bisogno che il Sindaco, tutta la Giunta Comunale ed i Consiglieri, si adoperino affinchè si trovino risorse per sostenere il commercio, ed in particolare sospendere temporaneamente, per almeno 90 giorni, la TARI, il costo del suolo pubblico, gli oneri comunali ol’IRAP,  poiché essi sarebbero strumenti concreti e tangibili di ausilio, senza poi sottovalutare il lato umano, non meno importante sarebbe la  presenza sul territorio di tutti gli esponenti delle istituzioni comunali per testimoniare con la loro persona che la città può essere vissuta senza timore e senza panico, con iniziative sociali da programmarsi in sinergia con tutti gli addetti ai lavori. Molte sono le nostre domande e speriamo che qualche risposta arrivi, nel frattempo il nostro appello va anche rivolto ai cittadini ed ai proprietari di botteghe in cui insistono esercizi commerciali.
A questi ultimi in particolare chiediamo di venire incontro alle esigenze economiche delle attività, perchè il calo degli incassi, protraendosi nel tempo, comporterà inevitabilmente problematiche nelpagamento delle pigioni, insieme ad altri aspetti non secondari, quali utenze, mutui e oneri contributivi.

Ed invitiamo i  cittadini, investiti da questo mare magnum della comunicazione, ad informarsi correttamente e distinguere tra infettività/contagio e mortalità della malattia, infatti come ormai da fonte autorevoli viene riportato, il virus anche se contagioso non ha conseguenze mortali, se non in soggetti già gravemente debilitati oimmunodepressi o con gravi patologie, con una guarigione spontanea dei soggetti nell’oltre 80 % dei casi.

Ritornare al vivere quotidiano e riappropriarsi della città e dei suoi spazi è quindi un primo passo avanti per guadagnare terreno sulla paura ed il panico.Gli esercizi commerciali sono aperti e tutte le misure più idonee sono state adottate per proseguire le attività. Abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra presenza per continuare a fare il nostro lavoro.

FIPET

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Benanti

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