PUBBLISERVIZI. BIANCO VS. MESSINA. DALLA GUERRA FREDDA ALLA GUERRA APERTA


Pubblicato il 01 Dicembre 2016

Redazione

L’assemblea dei soci ha bocciato (forse no) il bilancio 2015 della Pubbliservizi (?), società partecipata dell’ex Provincia. La notizia arriva con una nota emessa forse troppo in fretta dal sindaco della Città Metropolitana, Enzo Bianco. A capo della decisione maturata oggi si parla di “numerose irregolarità” riscontrate e che hanno avuto come terminale “il parere negativo della società di revisione, il mancato visto dal Collegio sindacale (circostanza smentita dallo stesso collegio sindacale), i gravi rilievi espressi dal “Controllo analogo” (puntualmente contestati documentalmente) che analizza gli atti di Pubbliservizi”.

Un “atto obbligato”. Così lo ha definito Bianco (o chi per lui che ha scritto il comunicato), che intanto sul fronte occupazionale lancia la rassicurazione: “Non lasceremo nessun dipendente in difficoltà, l’azienda rappresenta un valore per la Città Metropolitana e continuerà ad erogare i consueti servizi”. Ha commentato così il sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enzo Bianco, la bocciatura in sede di assemblea dei soci, del bilancio 2015 della Pubbliservizi, tranquillizzando allo stesso tempo i lavoratori.

Una decisione che tuttavia è destinata a suscitare strascichi dentro e dentro e fuori la partecipata presieduta da Adolfo Messina,voluto al vertice della società dal Presidente Crocetta: “Dopo un’approfondita analisi della situazione – ha fatto sapere Enzo Bianco – e su cui sarà necessario un accertamento delle possibili responsabilità, è stato detto (forse) “no” al bilancio proprio per salvare l’azienda e garantire il lavoro ai 400 ed evitando rischi che falsamente e strumentalmente sono stati paventati in questi mesi”. Bianco ha infine annunciato che incontrerà martedì 13 dicembre i rappresentanti sindacali per illustrare i dettagli del nuovo assetto di Pubbliservizi.

Un atto che ha tutto il sapore della sfiducia. Così almeno è stato recepito dal presidente Messina che ha risposto con una nota al vetriolo in cui parla di “inusuale tempestività”, risultata poi intempestiva, rispetto alla nota emessa dal sindaco metropolitano. “Mi sembra che al sindaco Bianco molti concorrano a far fare brutta figura. Il comunicato stampa, con tutta probabilità preconfezionato ancora prima dell’assemblea, s’infrange al cospetto della verità e del verbale”.  

La versione fornita da Messina è altra: “Invero, il Socio Città Metropolitana di Catania fa la dichiarazione di voto che non avrebbe approvato il bilancio. Subito dopo, dichiara di allontanarsi, così come si allontana, ancor prima che si dichiarasse chiusa la discussione e si passasse alla votazione della delibera a norma dello statuto, che regola esattamente le fasi di deliberazione, bloccando così il funzionamento dell’assemblea, facendo mancare il numero legale. Ho dovuto chiudere la seduta per abbandono del socio totalitario. Così proprio non si salva la società se non si riporta in bonus il bilancio. Che si tuteli l’interesse pubblico anziché quello di privati che probabilmente sono corresponsabili del depauperamento del capitale pubblico”.

Un dilettante in buona fede il segretario generale della Città Metropolitana, mandato all’assemblea di Pubbliservizi, come delegato del sindaco Metropolitano, senza armi né preparazione adeguata, scambia una dichiarazione di voto per il voto stesso e abbandona l’aula ancor prima che la delibera venga posta in votazione, chiama e verosimilmente fa emettere il comunicato stampa preconfezionato che cozza con ciò che è riportato nella bozza del verbale di ben 26 pagine e nella registrazione audio della seduta, dove vengono smentite documentalmente tutte le dichiarazioni che il ragioniere Schillirò aveva scritto al sindaco e che il segretario generale Baglieri aveva riportato in assemblea. Noi il verbale lo abbiamo letto e anche sentito. Che figura.

E continua il presidente Messina: “Ad ogni buon conto, si precisa che il Collegio dei sindaci, così come puntualmente precisato nel corso della seduta, ha condiviso il progetto del bilancio nel merito giuridico. Interessante per tutti sarà leggere il verbale dell’assemblea (che provvederemo a diffondere) nel quale vengono ampiamente contestate documentalmente le motivazioni addotte nella relazione al sindaco da parte del ragioniere Franco Schillirò”.

Conclude, infine, il Messina: “Il Collegio sindacale ha affermato, come già  dichiarato nella propria relazione del settembre scorso, che in mancanza di approvazione di questo bilancio, che conferisce continuità all’azione intrapresa da questa Dirigenza e da interventi straordinari sul capitale sociale da parte del Socio, la Società non sarà in grado di continuare ad operare. E, pertanto, così come affermato in assemblea dallo stesso Collegio sindacale è da oggi in liquidazione. A nulla valgono altre rassicurazioni, come quelle riportate nel comunicato stampa della Città Metropolitana. Occorrono i fatti. Oggi non ne vediamo. A fronte della responsabilità da parte del Socio, che allontanandosi ha vanificato i lavori dell’assemblea, il comunicato stampa della Città Metropolitana, invece, ribalta questa responsabilità a questa Amministrazione. Adesso la misura è colma, che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Noi non ci fermeremo nell’opera di ripristino della verità”.

Si vocifera che nel corso dell’assemblea il Presidente Messina vista la guerra politica personale messa in campo dall’insediamento di Bianco al vertice della Città Metropolitana, la differente interpretazione della vicenda bilancio e l’impossibilità di lavorare serenamente, abbia annunciato le dimissioni dalla carica, non senza ulteriori colpi di scena. “Se la salvezza dei 400 posti di lavoro passa dalle mie dimissioni, -conclude Messina- in quanto sono assolutamente incompatibile col sindaco Bianco, ma per sua scelta, io mi metto di lato. Bianco assicuri ai lavoratori della Pubbliservizi la sua assicurazione per la salvaguardia del posto di lavoro. Noi riprendiamo a tempo pieno il nostro lavoro di operatori dell’informazione e assicuriamo tutti che vigileremo, in altro ruolo, che non vi siano solo annunci poi smentiti”.

 

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