di iena al pistacchio andato a male
Dopo anni e anni di assoluto o quasi anonimato, sulla “Pubbliservizi”, la società partecipata della Provincia Regionale di Catania, sembra essersi scatenata un’attenzione quanto mai singolare. Se non sospetta. Per questo ci siamo recati sul posto per capire.
Anche perché in una città narcotizzata dalla propaganda di una sorta di podestà, con i suoi alleati di provincia, le cose da comprendere non sono poche. Strana città Catania: da qualche tempo c’è qualcuno che pensa che sia “cosa sua”, una sorta di “riserva di caccia”. Ma cosa glielo fa credere? Per caso avere vecchi “arnesi della politica” dalla sua parte? Ah, le illusioni di cui è piena la vita…
Ma insomma alla “Pubbliservizi” come vanno le cose? Partiamo dai numeri, anche perché la matematica non è un’opinione: la gestione uscente, guidata dall’avv. Vittorio Lo Presti, politicamente organico al gruppo Firrarello-Castiglione, ha lasciato ottimi risultati. Quali? Un bilancio in perdita di circa 260 mila euro. Niente male: e che dire dei costi per fornitori? Sono passati dai 2.831.148,26 del 2012 a ben 2.980.870,00 del 2015. Aumentati? Sì, lo dicono i numeri. Performance di livello, insomma.
E poi ci sono straordinarie concidenze “temporal-giornalistiche” (quando si dice ‘”è la stampa bellezza”…): l’altro giorno sul Corriere della Sera(caspita!), organo d’informazione che fa dell’indipendenza una costante, dal lunedì mattina al lunedì pomeriggio, è stato pubblicato un sapiente “pezzo” firmato nientepopodimenochè da Giantonio Stella. Insomma, quando si dice il giornalismo “duro e puro”. E di chi parlava Stella? Del Presidente della “Pubbliservizi” Adolfo Messina! Da Milano a Catania: un link magico, straordinario! Con notizie straordinarie: una campionaria di cose dette e scritte da qualche secolo, pardon da qualche anno.
Ma la vita è davvero strana, per non dire stupefacente: e così è accaduto che il giorno dopo, l’uscente presidente “Pubbliservizi” avv. Vittorio Lo Presti, penalista e amministratore di società di servizi, abbia fatto riferimento, in un comunicato, proprio a questo articolo di Stella! Oh, quanto opportuno il riferimento: soprattutto nel momento dell’abbandono ci vuole stile. E lo stile dalle parti di Bronte, pardon di Catania, è sempre una costante di distinzione.
To be continued..
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