In effetti è vero, in città c’è voglia di un personaggio estraneo al territorio, c’è voglia di cambiamento, c’è l’aspirazione a gettarsi alle spalle i veleni che hanno caratterizzato la corsa verso la successione. E c’è da dire che è successo proprio di tutto, dalle foto di “secoli” addietro riapparse così all’improvviso, ai pettegolezzi fini a se stessi. Magari, se dovesse arrivare un magistrato poco conosciuto a Catania, per il cittadino etneo sarà più difficile narrare leggende metropolitane.
Quindi, ancora qualche giorno e la città avrà finalmente il suo nuovo procuratore capo della Repubblica. Da quando il dott. Vincenzo D’Agata è andato in pensione a reggere l’ufficio è stato uno dei suoi aggiunti, il dott. Michelangelo Patanè, anche lui catanese, precisamente acese, al quale va dato il merito di aver chiuso diverse inchieste e di essersi saputo assumere le sue responsabilità.
Adesso a contendersi la carica sono Giuseppe Gennaro, anch’egli catanese e in passato procuratore aggiunto presso la Procura di Catania nella quale opera attualmente, Giovanni Tinebra da anni procuratore generale della Repubblica di Catania e Giovanni Salvi, al momento aggiunto presso la Procura di Roma.
Negli ultimi giorni sono decisamente risalite le quotazioni del “forestiero” Giovanni Salvi, ma anche quelle del magistrato Giuseppe Gennaro. Sarà una scelta all’ultimo voto, chissà se alla fine Catania non potrà avere il suo “forestiero”.
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