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Quando il sazio non crede al digiuno
Pubblicato il 16 Febbraio 2021
In uno scorcio dell’intervento del sindaco, (https://www.facebook.com/RistoratoriSicilianiIndipendenti/videos/466644944503577 )si sente questi criticare e accusare chi professionista, ingegnere o avvocato, a causa della pandemia e per far fronte alla necessità, per cercare di andare avanti, abbia deciso di accedere al più importante servizio di aiuto oggi previsto: il reddito di cittadinanza.
Tralasciando il sentimento di umiliazione che il povero richiedente provi in quell’istante in cui si trovi ad attendere il suo turno nella sala d’aspetto del patronato, mi permetto di segnalare che colui che chiede un aiuto ad un amico o allo stato o a chiunque, e quel tipo di aiuto è un sostegno economico, egli non è un furbo egli è un povero. Un nuovo povero.
Mi guarderei bene dal distinguere i furbi dai poveri, perché in questi ultimi anni a Catania di poveri ne abbiamo avuti tanti e di furbi pure.
I furbi sono anche coloro che sanno approfittare delle leggi, che le strumentalizzano a loro vantaggio e ne traggono un beneficio.
Come non ricordare i furbi che le inchieste giudiziarie a Catania hanno scoperto. Amministratori pubblici che approfittando di particolari disposizioni legislative venivano assunti fittiziamente da ditte a loro care.
Oppure quei furbi che sostenuti dai i loro professionisti di fiducia costruivano macchine giuridiche finalizzate all’evasione del fisco.
Alcuni di quei processi si sono persino conclusi con la prescrizione. Ovvero i furbi, veramente furbi, sono riusciti persino a piegare e maneggiare le leggi processuali a loro vantaggio.
Alcuni di questi ricoprono ancora ruoli importanti ma di loro non si parla più perché loro sono i più furbi.
Quando facciamo la morale a qualcun altro, è sempre meglio, guardare prima al proprio interno. Non saprei proprio in quale categoria vi siano più furbi, ma mi guarderei bene dal giudicare il bisognoso da un furbo.
Euplio.
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