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Quel piccolo grande “Attila della politica” chiamato Pd di Anthony Barbagallo

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Quel piccolo grande “Attila della politica” chiamato Pd di Anthony Barbagallo

Mentre la destra fa la destra, cioè colpisce i morti di fame e fa finta di colpire i potenti per accontentare gli impulsi populistici della pancia della società italiana, la sinistra, pardon il centrosinistra allargato mostra il solito volto di inconcludenza, consociazione, in una parola impotenza. Impotenza interessata, per la precisione, “condita” con la solita predisposizione di finti problemi, dall’antifascismo postelettorale ai “funerali mediatici“ di personalità della “caserma del pensiero ortodosso”.

In periferia, accade quello che registriamo da decenni: finte opposizioni, prudenze verso gli esponenti della “società perbene”, “fumo” su questioni insulse, per dare sempre l’impressione di fare sul serio. Un’impressione, appunto.

Catania, da questo punto di vista, è simbolo quasi immortale. Da decenni, senza questo centrosinistra, questo centrodestra non si sarebbe mai affermato: le “pagine nere” della consociazione sono talmente tante, come le occasioni mancate, che annoia persino ricordarle. L’ultima è arrivata in occasione del voto per la presidenza del consiglio comunale e delle vicepresidenze: anche stavolta, grazie e non malgrado questo centrosinistra, la destra ha preso tutto. Il contributo del Pd da questo punto di vista è piuttosto evidente. A destra ringraziano ancora una volta.

Poi, immancabile è arrivata la polemica fra M5s e quello che dovrebbe essere il leader dell’opposizione a Catania, Maurizio Caserta. Film già visto: polemiche postume dopo che la destra ha fatto “bottino” (politico).

Che dire dell’ennesimo fallimento? La presenza del Pd a trazione barbagalliana produce effetti paragonabili -per metafora- al passo di una sorta di “Attila della politica”: non lascia crescere nulla. Distrugge. Ma non è una novità: per questo le parole delle “anime candide” del M5s non convincono. Perchè mettersi al tavolo -per metafora- con il Pd di Barbagallo significa accettare l’alea di un “gioco truccato” fin dall’inizio. Lo sanno perfettamente quelli del M5s, lo sanno perfettamente quegli spezzoni della “sinistra radicale” che hanno accettato la convergenza con questi distruttori di speranze e di calcolatori cinici dei propri interessi che sono i vertici del Pd siciliano. Che, a proposito, continua a tenere un profilo basso, talmente basso da sembrare quasi miserabile, sullo scandalo aeroporto di Catania, una vicenda talmente assurda che solo il Pd poteva trattare in questo modo. Con questi dirigenti – disse uno intelligente della sinistra “giusta”- non “vinceremo mai”. Non è vero: si può fare anche di peggio. Dieci anni o più di attesa non sono poi tanti.

iena marco benanti.

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Benanti

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