…Quelli che


Pubblicato il 16 Dicembre 2020

Questa città malgrado i tanti “detrattori” ormai si distingue fra le “eccellenze” tanto decantate da chi a turno governa e dai relativi sicofanti, per cui qui avviene tutto ma in realtà questo tutto, viene chissà perché, percepito e/o raccontato esattamente al contrario di come è, per esempio:

Catania ormai da anni è agli ultimi posti in Italia per la qualità della vita? Falso! Non è vero! Qui si vive da pascià!!!

Catania sta puzzando peggio di una carcassa, le strade sono sporche e la questione della differenziata non è stata mai risolta? Falso! Non è vero! La città profuma di viole!

Un soggetto è stato liberato per fine pena e dopo dura condanna viene accolto bloccando un quartiere ed esponendo striscioni e tric trac senza alcun contrasto da parte di chicchessia? Falso! Era un eroe tornato dal fronte dello stadio! (e si sa che lo stadio è una fucina di Santi & Beati tra il popolo dei tifosi cherubini).

Un ex sindaco e alcuni della sua giunta vengono condannati con decreto della Corte dei Conti, ma inizia subito la pratica del “ricamo a tombolo” per metterla in discussione (giocando sulla possibilità di opporre al decreto).

Il Sindaco attuale (verso il quale nutro pure simpatia), viene condannato in primo grado e fra gli effetti nefasti della sentenza c’è pure la sospensione per 18 mesi, fa opposizione a quest’ultima, il ricorso per un punto specifico va a buon fine e sulla vicenda la palla viene lanciata nel campo della Corte Costituzionale, la quale si esprimerà al riguardo (…e non per essere cucco ma per questioni analoghe si sempre espressa a sfavore) la notizia e la narrazione successive raccontano invece (a trasi e nesci) un’altra realtà: E’ andato tutto bene ormai tutto è risolto e ha dimostrato la sua innocenza e i giudici hanno preso un abbaglio.

Bene se siamo abituati da anni a vedere la sera delle elezioni in tv la scomparsa dei perdenti è altrettanto vero che raccontandole bene, le vicende consentono a chiunque di farsi una idea vera ed equilibrata della realtà perché se dopo questo festival, tripudio, osannamento, glorificazione o come lo vogliamo chiamare, con interviste e paginate che sulla Damocle pendente accennano poco o nulla, resta la tristezza di quanto ormai i social media abbiano preso il sopravvento sulla capacità di elaborare individualmente un fatto e farsene una idea a seguito di disamina anche critica.

Come i tanti supporter catanesi di Trump che ancora adesso gridano alla truffa malgrado la decisione della Corte Suprema (dove siedono giudici nominati da the donald), anche a Catania i supporter ogni volta acriticamente e disinformatamente si organizzano (o vengono confezionati) in truppe cammellate e iniziano le marce (felpate e non) verso un robusto sostentamento delle verità alternative e/o di comodo.

Questo vale per tutti ma risulta davvero stucchevole e puzza fortemente di piaggeria dichiarare convintamente la propria sproporzionata (nei modi e nei contenuti) dedizione quando i fatti sono ben altri e tristemente potrebbero ribaltare nuovamente lo scenario nel volgere di qualche mese.

Capisco l’entusiasmo ma spesso la contaminazione diventa fattore moltiplicatore che si estrisenca in una corsa al presenzialismo in ogni dove ed in questo caso in particolare, suonavano davvero stonati i tributi e gli “spellamenti” di mani di taluni soggetti che notoriamente ed in particolare albergano politicamente in ben altri ambiti e recinti.

Questa è la città questa è la classe politica di prima e di adesso, nessuno è immune dagli effetti dei fatti anche se nell’immaginario collettivo questi fatti vengono trasformati (artificiosamente? innocentemente? colpevolmente?) in verità alternative al solo scopo di convincersi e convincere che “cunnanna non ci nnè cchiù” le condanne ci sono, dispiace ma la realtà/verità è questa e nessuno la può cambiare, può solo tentare di raccontarla ai “bambini” in modo diverso al solo fine di farli dormire tranquilli ma (e purtroppo) come diceva Montanelli “I sogni muoiono all’alba” e questo è un fatto incontrovertibile e nessuno può farci nulla neanche i tanti “tifosi”.

Giuseppe Idonea.


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