Radicalzzismo chic


Pubblicato il 30 Agosto 2018

E alla fine l’equazione lancio di uova = razzismo non ha retto al principio di realtà! L’uovo nell’occhio di Daisy Osakue è stato lanciato dall’automobile appartenente a Roberto De Pascali. A bordo non c’era lui, ma il figlio con altri due compari. In prima battuta la notizia è stata strapazzata dai media mainstream che hanno urlato al razzismo preventivo e pregiudiziale e trovato così il modo di bersagliare il populismo leghista trionfante che non li fa dormire la notte.

Si scopre adesso che lo storytelling sul gesto dettato dall’insano razzismo è stato montato come la maionese, perché Roberto De Pascali è un locale esponente del PD e immaginiamo che il figlio e i suoi due amici siano cresciuti a pane, Veltroni, Saviano e Boldrini.

 

La cronaca, quindi, è più spietata del politicamente corretto! La domanda che aleggia nelle menti sinistre è la seguente: come può il figlio di un esponente del PD essere razzista? La risposta ovviamente non è pervenuta, perché i neuroni radical che si muovono sulle sinapsi chic dell’intellighenzia dello strapaese hanno fatto corto circuito e son rimasti ammutoliti, come le labbra dei loro proprietari.

È da notare che l’intellighenzia che accusa i populisti di semplificare la realtà è vittima della identica volontà di semplificare e categorizzare la realtà incasellandola nelle strutture mentali del pregiudizio politicamente corretto. A chi osserva dall’esterno cause ed effetti del corto circuito mentale, non resta che ridere per non piangere e piangere per non ridere.

È nato, infatti, il radicalzzismo chic da servire alla coque alla mensa della prossima festa dell’Unità, naturalmente! Attenti al prezzo però, perché costa un occhio della testa!


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