Rosario Crocetta riprende le armi della rivoluzione, in primis i pizzini, sotterrate dopo la sua elezione a Governatore.Stretto tra i comandi di Confindustria, di Montante, di Lo Bello,di Ciancio, che detengono la golden share della coalizione, le strettoie economiche, e le pressioni dell’esercito plebeo e trasformista (le consorterie del Pd,ex Mpa,ex Udc,ex Pdl,orfani di Raffaele e di Totò) che gli ha garantito con i voti delle clientele la vittoria e la maggioranza parlamentare, Saro ha deciso di rilanciare: obbedirà soltanto al popolo che lo ha eletto, cioè solo a se stesso. Il bluff di una partita a poker,oppure la scommessa di conquistare un comando esclusivo e incondizionato? Al centro della contesa è la spartizione della manciugghhia, e non solo.Adesso, anche approfittando della penna sempre servizievole (con chi detiene leve di comando e poteri) di Toni Zermo, riscrive a modo suo un pezzo di storia politica siciliana .Dice il nostro eroe che gli altri, quelli che bussano alle porte del rimpasto e degli assessorati, sono amici di Cuffaro, compreso il suo compagno di partito Capodicasa, reo di avere inserito nella sua giunta Totò vasa vasa. E,aggiungiamo noi, Castiglione, leader del pdl siculo e genero di Firrarello.Pensiamo sia utile ricordare, a chi non ha contezza dei fatti: quando, son passati più di 15 anni, Rifondazione comunista discusse se appoggiare il governo Capodicasa, il circolo prc di Gela, i fratelli Crocetta e la maggioranza del comitato politico regionale del Prc, su proposta di un convintissimo Francesco Forgione, si schierarono per la partecipazione diretta. I pochi contrari fummo emarginati. Rosario Crocetta fu nominato consulente. Nel frattempo Forgione, dal 2008 in Sel, per una strana combinazione del destino, ora è stato chiamato dal presidente dell’Ars Ardizzone (Udc) e da Crocetta a dirigere la fondazione Federico II.Ed ancora: alcuni degli assessori di Crocetta sono stati vicini a Lombardo e Cuffaro, così come tanti funzionari chiamati a dirigere l’A.P. siciliana, o magari nominati come commissari nelle ex Ipab. E che dire della presenza nelle liste del Megafono di fuoriusciti dalle file del centrodestra?Sono molti gli amici di Raffaele e di Totò convertiti alla rivoluzione crocettiana, e tanti di essi sono stati miracolati dal governatore. Suona perciò strano il silenzio di diversi amici dell’antimafia di fronte a tutto ciò.Non sappiamo cosa ci sia di rivoluzionario nella revoca della revoca del Muos, nel mancato rilancio dell’occupazione in Sicilia, nella liquidazione dei servizi garantiti dalle ex province, nell’assenza di qualsiasi idea sul futuro della Sicilia.E’ bene prendere atto di quel che sta succedendo in Sicilia. Una crisi della politica, una crisi delle istituzioni democratiche, che si accompagna ad una grave crisi economica. E’ tempo di costruire una grande opposizione e una alternativa al degrado dei pizzini. Ci vediamo il 28 settembre a Palermo, alla manifestazione contro il Muos e contro il governo Crocetta.Mimmo Cosentino, della segreteria regionale del Prc Sicilia
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