Regione Sicula, da Ienesicule un bonario invito: Giù le mani dal compagno Saro Crocetta! Torna Socialista e fallo presto!


Pubblicato il 21 Giugno 2014

Come nelle peggiori pièce teatrali all’italiana, segnali di abbandono verso il leader, proprio ora….

di iena politica marco benanti

Sono arrivati persino a cambiare il nome al gruppo: non più “Megafono” ma “Territorio e Socialisti”. E chi sarebbe il Lenin di Sicilia? Chi dovrebbe dare la “svolta rivoluzionaria” nella Trinacria? Chi? I “Cinque dell’Ave Maria”? Allora, vediamo: Giovanni Di Giacinto, Nino Oddo, Nello Dipasquale, Gianbattista Coltraro e Antonio Malafarina. Loro dicono di non avere la minima intenzione di togliere l’appoggio al governo regionale. Coerenti. Ma il segnale è arrivato: per Rosario Crocetta. E il suo “Megafono”. Nato e vissuto certo nell’ambiguità politica, in particolare con il Pd e ora lasciato da alcuni degli -si dice così?- “uomini del Presidente”. Che belle scelte hai fatto Caro Saro! E che spettacolo…di virilità! La “rivoluzione” si fa con altre Altezze e altri Caratteri.

Non ci bastavano le “prese di distanza” dei vertici di Confindustria Sicilia (ah, gli amici, gli amici…), non bastavano altri “elogi” arrivati in questo periodo difficile, culminato col voto del mese scorso, no, ci voleva pure questo. 

E allora, noi che lo abbiamo spesso criticato -anche aspramente- diciamo forte: giù le mani da Rosario Crocetta!

Troppo facile “sparare sulla Croce Rossa”, troppo facile dire “io lo sapevo, l’avevo detto…”. Certo, di errori Crocetta ne ha fatti tanti. Di scelte sbagliate ancora di più. Ma questo spettacolo all’italiana della “fuga” dal leader, della “presa di distanza” di chi ha condiviso responsabilità di governo e opzioni su possibilità diverse, beh, questo proprio non ci piace per nulla. 

E allora, Caro Saro, fà la cosa giusta: torna tu Socialista (vedi foto). Metti alla porta i potentati economici, prendi a calci le “società civili” degli opportunisti e delle coreografie antimafie e torna dove da dove sei venuto. C’è sempre tempo per recuperare e per non fare la fine del “solito capo” disconosciuto da “fedeli collaboratori”. Te lo scrive chi ti ha detto sempre in faccia cosa pensa delle tue scelte politiche.

 

 


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