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Regione Sicula e Muos: Saro Confindustria Crocetta bara. E Il Pentagono fa quello che vuole, grazie allo Stato italiano
Pubblicato il 20 Giugno 2013
Sviluppi sulla megastruttura Usa in attesa -si fa per dire- di quanto deciderà l’Istituto Superiore di Sanità che sta “studiando”.La realtà di un’isola alle mercè del Potere, grazie anche a politicanti truffaldini. E faraonici interessi strategici, militari ed economici che -come sempre-fanno la differenza. Sulla pelle delle persone…di iena schedata Marco Benanti
Come finirà all’Istituto Superiore di Sanità? In tema di Muos, l’installazione tecnologica di supporto alla “guerra globale permanente” in corso da anni da parte del governo Usa, potrebbe uscire -inopinatamente- una relazione, una decisione che darebbe il via libera all’installazione? Il tutto è nella più assoluta “oscurità”: anche l’Ape Maia si pone dubbi. Arrivano smentite ufficiali all’ipotesi di una decisione già presa.
Intanto, stamane, si è svolta un conferenza stampa (nella foto) del comitato di base No Muos- No Sigonella a Catania, presente Alfonso Di Stefano in rappresentanza del comitato. Gli avvocati Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea, consulenti legali dei comitati NoMuos e del comitato mamme NoMuos di Caltagirone, hanno ribadito che “l’Istituto Superiore di Sanità, in quanto organo ministeriale, non può più essere ritenuto organo indipendente dopo la proposizione del ricorso da parte del ministero della Difesa. I risultati dello studio, la cui legittimità è assolutamente carente, anche per il fatto che una struttura così complessa ed impattante come il Muos, non può essere studiata in così pochi giorni. Ma soprattutto rimane irrisolto il problema della mancanza di dati che dovrebbero essere forniti dalla US Navy, in quanto le emissioni del Muos non sono misurabili a Niscemi perché le parabole non sono ancora in funzione e che non sono mai stati forniti”.
L’avv. Ottaviano ha dichiarato: “la Regione fa la revoca però nello stesso tempo sottobanco si accorda tramite il prefetto con gli americani per concedere una deroga a questa revoca e perché? Perchè comunque gli Stati Uniti vogliono continuare a costruitre, a predisporre le torri su cui dovranno poi dovranno essere installate le parabole: d’altrondeil Ministero della Difesa, attraverso l’avvocatura dello Stato, all’udienza del 6 giugno scorso (al Tar di Palermo, organo amministrativo dove il Ministero ha impugnato la revoca alle autorizzazioni della Regione, ndr) ha insistito perché comunque venisse concessa la possibilità di continuare i lavori senza installare le paraole. Ora noi ci chiediamo: se tu ancora non sai quali saranno i risultati dello studio, quindi se poi queste parabole le puoi mettere o no, perchè vuoi comunque continuare i lavori, comporterebbe una spesa maggiore.Questo fa capire che fin dall’inizio, sin dal momento in cui quando viene dato l’incarico all’istituto superiore della sanità, si sa quali saranno i risultati di questo studio.”
Non solo il legale ha aggiunto che “dai file Anonymuys emerge che un membro dell’ambasciata americana dice di avere contatti con un direttore generale del Ministero della Salute che gli fornirà dati di prima mano sullo studio…” Niente male come trasparenza e indipendenza!
Gli avvocati Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea hanno parlato dei files di delle mail scambiate tra il Prefetto di Caltanissetta, esponenti del governo e i colonnelli americani, pubblicati in rete da Anonymus. “Hanno fatto venire allo scoperto da un lato la determinazione da parte del governo a tutelare in ogni modo gli interessi degli Stati Uniti relativamente alla costruzione del Muos, e dall’altro, l’apertura da parte della Regione al completamento dei lavori. Non capiamo che senso abbia completare i lavori per la predisposizione delle parabole, senza installarle, se poi dovesse essere provato che le autorizzazioni non potevano essere in alcun modo concesse. Tutto ciò dimostra che sin dall’inizio si conoscevano i risultati dello studio dell’Istituto superiore di sanità, che avrebbe negato gli effetti negativi sulla salute umana. Dal carteggio apprendiamo anche che esponenti delle istituzioni statunitensi sostengono di avere informazioni di prima mano direttamente dall’Istituto superiore di sanità, e questo è un ulteriore elemento che, se confermato, proverebbe la non indipendenza e imparzialità dell’istituto”.
I legali No Muos hanno inoltre sottolineato che persistono “i problemi legato all’aeroporto di Comiso, di cui con grande enfasi è stata dichiarata l’apertura proprio in questi giorni. Il corretto funzionamento dello scalo potrebbe, infatti, essere posto in dubbio proprio dalla realizzazione dell’installazione statunitense. Uno dei motivi di revoca da parte della Regione delle autorizzazioni ambientali relative al Muos riguardava proprio le possibili interferenze con l’aeroporto di Comiso. L’avvocatura dello Stato, che difende il ministero, non ha mai smentito la possibilità di interferenze, limitandosi ad affermare che tanto l’aeroporto fosse stato aperto solo per il volo inaugurale. A questo punto, prima che succeda una nuova Ustica, sarebbe opportuno che fosse chiarito se la realizzazione del Muos interferisca o meno con le apparecchiature dei velivoli diretti all’aeroporto di Comiso e con quelle dell’aeroporto stesso”.
Da parte sua Alfonso Di Stefano ha, fra l’altro, affermato che “…quindici giorni fa il parlamentare Palazzotto voleva entrare alla base, ha richiesto come accompagnatore ad il giornalista Antonio Mazzeo e ha subito l’esclusione proprio in quanto giornalista, quindi ci sono giornalisti graditi e giornalisti sgraditi preventivamente”. Di Stefano ha annunciato “un’estate di lotta contro la militarizzazione della Sicilia”, tre settimane dal 9 al 15 luglio, dal 5 all’ 11 agosto, dal 2 al 9 settembre.
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