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Regione Sicula e Sanità: a rischio il 118!
Pubblicato il 13 Aprile 2013
Nel silenzio, potrebbe finire in porto un’operazione che mette in discussione qualità e professionalità di un servizio e di migliaia di lavoratori.di iena in strada
Preso ormai dall’ ossessione di una sorta di “spending review alla siciliana” sulle “note” dello slogan “tagghiamu ‘a manciugghia” (molto utile in campagna elettorale…) il governatore di Sicilia Rosario Crocetta sta progettando, mediante un disegno di legge, un nuova mirabolante creazione: una nuova società multiservizi, che gestirebbe tutto e il contrario di tutto, dal cinema alla sanità, dall’agroalimentare al 118. Cioè un servizio indispensabile per la salute pubblica. Finito in un “calderone” indistinto, con rischi per la qualità del servizio e per le circa 3200 persone che ci lavorano.In un clima di grande silenzio (non una novità quando ci si imbatte nel governatore della “rivoluzione” Crocetta), c’è qualcuno che non sta zitto: come Carmelo Salamone, responsabile regionale della Fials 118, organizzazione sindacale di categoria della sanità.Da parte sua è già partita una richiesta di incontro al Presidente della Regione Siciliana in merito proprio alla questione legata al futuro della società –a capitale totalmente pubblico- che gestisce il servizio di emergenza urgenza sanitaria 118 della Sicilia, la “Seus”.Niente male come futuro per migliaia di lavoratori, in considerazione in primis dei rischi paventati dal sindacato in tema di rapporti contrattuali e di spinte “privatistiche” che potrebbero colpire seriamente la qualità del servizio. Dalla Fials 118 si sostiene, carte alla mano, che il servizio di 118 è migliorato nel tempo in progressione: le autoambulanze sono dotate di strumentazione d’avanguardia, il personale è qualificato, i tempi di risposta all’utenza sono di ottimo livello. Il tutto è certificato. Ne prendiamo atto, non fosse altro perché il passato di questo servizio non è stato esente da disservizi e polemiche: ma non per questo –aggiungiamo- lo si deve ridimensionare o riportare dentro un “contenitore” indistinto per ragioni di tagli di costi o simili.Salamone lo precisa, proprio nell’istanza (scritta insieme al segretario regionale Vincenzo Munafò) rivolta a Crocetta e alla dirigenza sanitaria regionale di un incontro per definire un tavolo tecnico sulla vicenda: la “soluzione crocettiana”, a suo avviso, “innescherebbe una serie di ripercussioni negative circa la gestione di carattere organizzativo/dirigenziale del succitato Servizio di Urgenza Emergenza Sanitaria 118 con le altre realtà che verrebbero inglobate all’interno della suddetta società multiservizi. A tutto ciò, si andrebbero ad aggiungere le ripercussioni negative dei dipendenti della S.E.U.S. i quali si vedrebbero negati per la seconda volta la maturazione dell’anzianità di servizio nonché le garanzie ottenute sul futuro della S.E.U.S”. Non a caso si ricorda:”a dovere di cronaca nonché a memoria storica, intendiamo precisare e ricordare agli Organi in indirizzo che, gli attuali dipendenti della S.E.U.S. hanno già subito nel 2010 con il precedente Governo della Regione Siciliana guidato da Raffaele Lombardo nonché dall’Assessore al ramo Massimo Russo, un “passaggio” dalla Si.S.E. S.p.A., (che fu la prima società che gestiva il servizio 118 in Sicilia tramite una convenzione con la Croce Rossa Italiana – che è la proprietaria di Si.S.E. S.p.A. – e l’Assessorato Regionale alla Salute), alla S.E.U.S. S.C.p.A.Nel suddetto “passaggio”, gli ex dipendenti Si.S.E. S.p.A. furono “costretti” a firmare una transazione che garantiva la riassunzione presso la nuova società S.E.U.S. a capitale interamente pubblico in cambio della rinuncia al pagamento del lavoro straordinario effettuato in Si.S.E. con garanzia dei livelli occupazionali. Questo passaggio transattivo fece risparmiare alla Regione Sicilia un qualcosa come 40 milioni di Euro a titolo di lavoro straordinario effettuato dai Lavoratori ex Si.S.E. e mai pagato”.
Alla faccia dei presunti “privilegi”,sempre in voga, comunque, nella propaganda che viene usata dai “nuovi” politici per aggregare consensi facili, spesso sulla base di spinte populiste e demagogiche. “Il vecchio” contro il “nuovo” è uno schemino –magari talora sommato alla “legalità” contro le “ombre” del passato- che va bene per qualche imbonitore ma non per chi deve governare situazioni complesse come alla Regione Sicilia.Salamone ricorda quanto accade in passato:” i lavoratori con senso di responsabilità e con puro spirito di abnegazione, accettarono tale transazione acquisendo di fatto il titolo d’ingresso presso la nuova gestione S.E.U.S. dove fu loro garantito un contratto a tempo indeterminato full-time nonché l’assorbimento presso una società creata dalla Regione Sicilia per la gestione diretta del servizio 118″.
Di qui una precisa posizione: “alla luce di quanto sopra detto e nell’ottica di un riordino e potenziamento futuro della S.E.U.S., la scrivente Segreteria Regionale ritiene indispensabile precisare agli Organi in Indirizzo che la suddetta società va mantenuta e/o posta sotto il diretto controllo dell’Assessorato Regionale della Salute tramite la creazione dell’Agenzia Regionale Emergenza Sanitaria riconoscendo tra l’altro, tramite la formulazione di una legge regionale, la figura professionale dell’Autista/Soccorritore, identificandolo con un percorso formativo ben delineato, al fine di garantire oltre alle funzioni e mansioni di base, anche le funzioni avanzate che consentano all’Autista Soccorritore l’effettuazione di talune manovre sul paziente su indicazione del medico preposto”.
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