Religione e affari di cera o affini, festa S.Agata: il “comitato per la legalità” pone punti interrogativi

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Incontro con i cronisti all’Università, stamattina, a Catania (nella foto)…di iena miscredente

Ci sono ancora cose che non vanno –se non proprio “ombre” o meglio punti interrogativi- nella festa di S.Agata appena conclusasi, sebbene i miglioramenti ci sono stati, grazie al lavoro delle istituzioni, della Chiesa e di associazioni e componenti impegnati nei festeggiamenti. Questo, in estrema sintesi, il bilancio della conferenza stampa di stamane, ai Benedettini, del “Comitato per la legalità nella festa di S. Agata”.Attorno ad un tavolo si sono seduti Renato Camarda di “Libera”, Maria Teresa Ciancio della “Fondazione Fava”, Rosario Lupo di “Addiopizzo”, Marco Gurrieri di “Manitese” e Mirko Viola di “Cittàinsieme”. Ad “ospitarli” il prof. Nunzio Famoso, il quale ha ricordato i progressi della festa di Sant’Agata sul versante della legalità, grazie all’opera degli organi istituzionali, dopo la “caduta in basso” di qualche anno addietro, con annesso processo (finito con una splendida assoluzione generale.http://www.ienesiciliane.it/cronaca/9304-giustizia-catanese-s-agata-e-la-mafia-tutti-assolti-con-formula-piena-ma-chi-paga-il-conto-di-questo-fallimento.html)

“Però i passi che si fanno perché si giunga al ripristino della legalità sono molto lenti…”-ha precisato Famoso. Insomma, bene, ma non benissimo vanne le cose. Anche perchè la città, il suo humus profondo, il suo infinito cinismo commerciale è sempre lo stesso-aggiungiamo noi.Ma quali sono i punti interrogativi sottolineati dal Comitato? Li ha spiegati Renato Camarda, il quale ha ricordato che data la situazione gravida ancora di questioni irrisolte l’ipotesi di scioglimento del comitato per la legalità non è realizzabile per adesso. Peccato.Comunque, Camarda ha ricordato –leggendo quanto inviato a lui dal prof. Giuseppe Vinci di “Libera” testimone del fatto- che il 5 febbraio scorso, intorno alle 19, una volante dei vigili urbani si è aperta la strada fra i torcioni della cera: in questo modo le candelore si sono staccate, procedendo autonomamente, dando la possibilità ai ceri di piazzarsi davanti al fercolo, rallentando così la processione. Uno scenario completamente da quello auspicato e voluto da tanti, a cominciare dal sindaco. Ma tant’è. Ma perchè è successo?”Registriamo con dispiacere –ha detto ai cronisti Camarda- il ritorno della santa alle 10,45 del mattino, con la città bloccata, se n’è lamentato anche il sindaco Bianco.” Di qui la richiesta della convocazione di un tavolo di coordinamento delle componenti della festa per analizzarla e renderla ancora migliore. Frattanto, le domande senza risposta restano.Di punti interrogativi –sebbene i miglioramenti sul piano della legalità (a cui sono state dedicate persino due “isole” durante le festa) ci siano, secondo il comitato- ne restano: venditori ambulanti abusivi, ceroni e in generale accensione, magari col vigile urbano accanto, di ceri contro quanto ordinato dal comune, oltre alla questione delle candelore e dei loro movimenti legati o meno al fercolo.Che fare? Per fare rispettare l’ordinanza del sindaco sulla cera, non bastano solo le forze dell’ordine, a detta di Camarda. Ci vuole un’azione comune di fronte alla folla di migliaia di persone. A parte questo aspetto, dal comitato si chiedono come mai le candelore del “circolo S.Agata” (denominato “della legalità”) e dei pescivendoli non siano arrivate in piazza Cavour assieme alle altre: ufficialmente per problemi alle cinghie.

Comunque, a sentire Camarda, anche la Chiesa ha fatto passi in avanti, assieme alle forze dell’ordine: non a caso, la festa è stata più pacata, in un’atmosfera di partecipazione, meno oggetto di spettacolarizzazione. Ma c’è da andare avanti.Dal primo cittadino, non a caso, sono arrivate promesse precise: la pubblicizzazione del bilancio economico per capire quanto si è speso durante la festa (dovrebbe arrivare a breve) e in generale il regolamento sulla stessa (non è ancora arrivato).

In attesa che Bianco faccia quello che ha detto di fare, gli affari economici –che accompagnano come accade spesso quelli della salvezza dell’anima- sono andati piuttosto bene. Grazie anche, forse, a “doti divinatorie” o magari solo a fonti bene informate. Come raccontato da Maria Teresa Ciancio, è accaduto che un albergo posto sulla salita di via Di Sangiuliano ha previsto –in modo esatto- che la santa sarebbe passata ad un certo orario di mattina, diversamente da quanto individuato negli orari tradizionali dal sindaco, dando così la possibilità a chi lo volesse di prenotare un posto in terrazza per una colazione -sacra evidentemente– da venti euro. Un caso di “fonte ben informata meglio del primo cittadino” –ha affermato ironicamente la Ciancio. E l’albergo lo ha previsto già a fine gennaio! Niente male: del resto, la Divina Provvidenza interviene sempre nella vita come nella Storia per aiutare chi fa imprese, stavolta impresa.”Business is business” (come dicono a San Cristoforo) anche per la cera, sebbene dal comitato si minimizza nel caso dei ceroni: “la cera gialla non è riciclabile” –ha spiegato Maria Teresa Ciancio. “Servono magari per lo status sociale” -ha aggiunto l’esponente della “Fondazione Fava”.”Aiuta” anche a cadere –aggiungiamo noi- la cera che -copiosa- è volata via sull’asfalto in questi giorni: la sua rimozione sta costando al comune e ai commercianti che perdono clienti. Oltre naturalmente agli arti di non pochi passanti. Comunque, il comune ci metterà un pò di giorni per sistemare tutto.Il senso finale della “lotta alla legalità nella festa” lo ha tratto Camarda, evocando scenari -come dicono i mafiologi- inquietanti: “è nel disordine che la mafia s’infila, nella confusione generale che le cosche s’infiltrano per i loro interessi.” E allora? Si è chiesto l’esponente di “Libera: “i clan –lo hanno detto alcuni pentiti- sarebbero interessati alla gestione delle candelore. E’ finito anche questo appetito mafioso?” Procura della Repubblica ci sei, batti un colpo!

 

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Redazione Iene Siciliane

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