RENZI-VERDINI. IL PATTO PD-ALA
Pubblicato il 30 Aprile 2016
L’oggetto è un accordo “complessivo”. Che formalizzi e definisca il ruolo di Ala nell’ambito della maggioranza: ingresso organico o appoggio esterno. E che comunque metta fine a un sostegno che c’è, ma, in fondo, non si dice. È per definire questo accordo che Denis Verdini incontrerà lo stato maggiore renziano, assieme al capogruppo al Senato Lucio Barani e a Saverio Romano, di fatto il capogruppo alla Camera in attesa che il gruppo si formi raggiungendo quota venti a Montecitorio.
L’incontro è fissato in tarda mattinata. Previsto in un primo tempo al Nazareno, è stato spostato alla Camera, dopo che la notizia è circolata e ha alimentato già le prime polemiche: “E’ previsto un normale incontro alla Camera con Ala a livello parlamentare – dice il vicesegretario dem Lorenzo Guerini – per un confronto sull’agenda dei prossimi appuntamenti parlamentari”.
Definita anche la composizione delle delegazioni. Ad accogliere Verdini ci dovrebbero essere il sottosegretario Luca Lotti, con cui Verdini ha una consuetudine, e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Almeno per ora lo schema è questo. Un nuovo Nazareno, insomma. Perché ormai è chiaro che ALA è stabilmente in maggioranza. E i suoi numeri, al Senato, sono destinati a crescere nelle previsioni, considerata la crisi irreversibile di un centrodestra che non si è modernizzato, dove rimane spazio solo per i radicalismi neo fascisti. Nei Palazzi ormai deputati e senatori hanno pure perso la voglia di scherzare: “Ormai qua siamo dei morti. Qua non rientra più nessuno”.
Ecco, il telefono di Denis squilla. E i suoi numeri, già sufficienti a sostituire la sinistra Pd al Senato, sono destinati a crescere. Finora Renzi, lo ha fatto anche nel discorso della scorsa settimana, ha riconosciuto “agli amici di ALA” la coerenza sulla riforma dello Stato. Il Nazareno con Verdini, su cui le diplomazie lavorano, è formalizzare almeno per adesso “l’appoggio esterno” di ALA al governo. Un riconoscimento politico enorme, che legittima il ruolo di Verdini. E, al tempo stesso, prepara l’ingresso organico e rende meno faticose le alleanze locali, come a Napoli, ma anche nelle amministrative siciliane, dove Ala, nelle diverse denominazioni civiche, sta preparando liste a sostegno dei candidati dell’area del centrosinistra.
Una intuizione renziana di grande prospettiva, quella di aprire le porte ai moderati di cui si fida e di Verdini si fida molto, per rendere concreta l’ipotesi di vittoria alle elezioni nazionali, che presumibilmente si terranno fra un anno, dopo il preannunciato, dal sentimento riformista pubblico, plebiscito referendario per le riforme costituzionali.
L’intesa Renzi-Verdini apre la porta alla nuova concezione politica post-ideologica. Un partito pluralista, il PD, ancorato saldamente al centrosinistra che guidi stabilmente il Paese nei prossimi lustri, per modernizzare la politica e la Nazione. Gli altri? Che si attrezzino.
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