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Romanzo Comunale, la musica è finita e gli amici se ne vanno
Pubblicato il 23 Gennaio 2016
Siamo già alla fine dell’impero di “Enzo Bianco IV”?
di iena sentimentale
“Ecco, la musica è finita gli amici se ne vanno…”. Il ritornello di una vecchia canzone, sentimento di sconfitta di un amore finito, forse potrebbe risuonare nelle orecchie del Podestà Enzo Bianco: la musica di questo maledetto IV mandato è finita, ammesso fosse mai inziata. E come sempre capita, mentre i resti del “degradante impero” diventano valanga, gli amici del capo se ne vanno, scappano e… volano i piatti come ogni fine storia.
Ultimo in ordine di tempo il professore ottuagenario Emilio Giardina, storico amico personale del Podestà (come dimenticare l’assessorato alla cultura gestito dalla signora Alba Giardina Sanfilippo nei mitici anni 90…) che ha lasciato la Sidra sbattendo la porta irritato dalle pretese dittatoriali del suo irriconoscibile amico Enzo e dalla “zarina” di palazzo, al secolo Antonina Lotta. Persino l’ “eterno ragazzo” Pierangelo Spadaro ha pensato fosse giunto il momento di lasciare il Palazzo: l’ex giovane politico e aspirante segretario del Pd non segue più il sindaco-podestà nei giri cittadini a farsi immortalare per le sue mirabili gesta e ha anche lasciato la presidenza della consulta giovanile e l’incarico di consulente al Comune.
Un altro che da tempo se ne era andato anzi cacciato il fenomenale sig. Giuseppe Idonea, lasciato a liquidare l’Amt e, ricordato, fra l’altro, come autore del passaggio in vespa al podestà il giorno della vittoria. In questo caso volano i coltelli, non solo i piatti: a prendere le sue difese e ad accusare il sindaco è sceso in campo persino il capogruppo del “5 stelle” al Senato. L’affare s’ingrossa e per lui ci sarebbe pronta la rimozione dall’incarico!
E che dire del direttore Nino Milazzo? Messo a capo del Cda dello Stabile è dovuto fuggire di gran corsa dopo gli Editti del Podestà che nel Teatro vuole metterci mani e piedi: all’arte quella spicciola, si intende ci penserà(forse) l’astro nascente della drammaturgia nazionale, il mitico Giovanni Anfuso.
E se questi sono quelli già andati via già, altri ci stanno pensando a lasciare l’accampamento disastrato del Podestà, rimasto senza viveri: qualcuno dice che il prossimo ad andarsene sarà Lungaro, altri sussurrano Indaco o Licandro, altri ancora diversi politici di primo piano, in testa il potente duo Sammartino-Sudano pronto a prendere la guida del palazzo cacciando il Podestà. Voci, solo voci: diversi consiglieri starebbero pensando a un nuovo salto della quaglia dicono altri ancora, stanchi di essere considerati delle nullità da chiamare solo quando serve premere il tastino per le votazioni in aula, come nel caso del bilancio che peraltro non sta facendo dormire sonni tranquilli a molti che l’hanno votato.
La musica è finita e gli amici se ne vanno…Enzo Bianco lo sa bene che “MafiaValley” e le “male cumpasse” quotidiane, dal semaforo all’asfalto per ricordare solo le ultime, sono un’ombra che tiene spenta la musica di una città pentita e rassegnata.
Conta su una certezza, però, il Podestà. Almeno uno non se ne andrà mai, il suo preferito: Francesco Marano, virgulto poltico assurto alle cronache per essere il capo dei festeggiamenti di Sant’Agata per volere del podestà. Lui, Francesco, nella buona e nella cattiva sorte rimarrà accanto a Enzo.
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