In prospettiva sinergia tra ricercatori, neurologi, radiologi, fisiatri e Aism (nella foto un momento dell’incontro).
Un successo di pubblico e di programmi, da sviluppare nei prossimi mesi, il convegno organizzato dall’AIC (Associazione Italiana CCSVI) Catania ed Associazione CCSVI e SM Lombardia presso l’Hotel Orizzonte di Acireale. A confronto i due metodi su cui stanno studiando il dott. Arata in California e il team del dott. Lomeo del Cannizzaro di Catania
La Sclerosi Multipla è una malattia cronica, progressiva, di cui si sconosce ancora l’eziologia, che attacca il sistema nervoso centrale causando vari tipi di effetti e sintomatologie causati dalla perdita della mielina, che protegge il nervo, prima e dal danneggiamento vero e proprio del nervo, poi. È stata considerata fino ad ora una patologia autoimmune anche se la prova scientifica non c’è mai stata.
La CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebrospinale) è una patologia emodinamica – individuata dal dott. Paolo Zamboni quattro anni e mezzo fa – che interessa le vene cervicali e toraciche (giugulari e azigos su tutte) grazie alla presenza di restringimenti e malformazioni che impediscono un corretto deflusso del sangue dal cervello al cuore. Malformazioni genetiche che si sviluppano tra il quarto e il quinto mese di vita del feto.
La Sclerosi è stata sempre curata con metodi farmacologici molto costosi e sotto il diretto controllo dei neurologi. Nessun farmaco per la CCSVI sulla quale si interviene con un’indagine doppler e/o radiologica specifica e una venoplastica (eseguibile anche in day hospital). E proprio la venoplastica – che risponde al nome di “PTA” ma che i pazienti hanno ribattezzato “Liberazione” – è stata l’oggetto dell’intervento del Prof. Veroux del Policlinico di Catania.Eppure la PTA non è il punto d’arrivo. Adesso è la ricerca che sta muovendo il mondo della CCSVI – a livello locale e internazionale – soprattutto per capire se le due patologie sono in qualche modo connesse a dispetto delle certezze che, fino ad oggi, hanno tenuto distanti neurologi e Aism da radiologi e associazioni di categoria.
Di questo si è parlato al convegno “Sclerosi Multipla: quale futuro?” organizzato domenica 2 marzo 2014 dall’AIC (Associazione Italiana CCSVI) Catania ed Associazione CCSVI e SM Lombardia presso l’Hotel Orizzonte di Acireale. Un evento che ha visto, per la prima volta, seduti allo stesso tavolo ricercatori, neurologi, radiologi, angiologi, fisiatri e la presidente nazionale Aism, la dott.ssa Amadeo, con l’obiettivo comune, e dichiarato, di migliorare la qualità della vita dei malati.
“Questo convegno si è proposto di dare uno sguardo sul futuro della sclerosi multipla, mettendo a confronto medici di diverse specializzazioni e visioni, aggiornando nel contempo – ha dichiarato Matteo Scibilia presidente di AIC – medici e personale sanitario sullo stato delle conoscenze attuali. Il tutto attorno a un tavolo che ha visto medici e pazienti insieme alle associazioni di malati che per troppo tempo nel passato hanno avuto difficoltà ad incontrarsi”.
Più di 200 i presenti al convegno che hanno seguito con attenzione quanto esposto dai relatori – anche stranieri – sia durante il convegno sia nella tavola rotonda che si è svolta nel pomeriggio. «Un appuntamento che è servito a capire – continua Scibilia – che esistono diverse possibilità di trattamento dei sintomi della Sclerosi multipla nonostante l’inesistenza di una cura”. Ma adesso è possibile sperare in trattamenti non solo farmacologici la cui evoluzione è stata illustrata dal prof. Patti del Policlinico di Catania.Si è passati dalla farmacologia alla pratica con la relazione del dr. Arata della Sinergy Healths Concepts della California incentrata sul trattamento della Disautonomia (TVAM) che consente l’attivazione del sistema simpatico grazie all’allargamento di tutte le vene durante lo stesso intervento.Ma c’è un altro metodo, che si sta portando avanti proprio a Catania con alcuni medici dell’ospedale Cannizzaro, che riguarda il trattamento della Compressione Muscolare e che potrebbe costituire un’alternativa percorribile con successo. Ne hanno parlato, e illustrato con video e foto, il team del Cannizzaro guidato dal dott. Lomeo (che ha moderato il convegno), composto da il dott. Cacciaguerra, il dott. Scolari e la dott.ssa Valvo, descrivendo i benefici – a volte anche immediati – che i pazienti hanno riportato dopo l’intervento di resezione di un piccolo muscolo atrofizzato che insiste sulla giugulare.
“Ci auguriamo che questo convegno – ha concluso Scibilia – possa configurarsi come il primo passo verso un cammino congiunto che i diversi specialisti possono fare per continuare nella ricerca e verificare se esiste un filo comune che unisca, in qualche modo, queste diverse procedure. Intanto oggi possiamo brindare a un successo non da poco”.
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