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Salute e precariato, Catania: iniziativa per fare. Non per chiacchierare
Pubblicato il 20 Luglio 2014
a cura di iena in sala
Ieri, all’interno dell’aula conferenza del complesso Borghetto Europa, si è tenuto un incontro organizzato dalle associazioni Equomed e Nike, dal titolo “Giovani Medici: Quale futuro”.
Nel dibattito moderato dal dottor Gaetano Palumbo, presidente di Equomed, sono intervenuti, in qualità di ospiti relatori il Prof. Massimo Buscema (Presidente ordine dei medici), l’ on. Giuseppe berretta(depositario di un’ interrogazione parlamentare sulla mancata stabilizzazione dei medici precari), il prof Marinella Astuto(direttore della scuola di specializzazione anestesia e rianimazione) e Alessandro Bella(coordinatore associazione Nike medicina).
Il tema discusso nasce dalle criticità emerse nei mesi scorsi sul mancato accordo tra governo e parti sociali, ma si sono messe in evidenza tutte le lacune di un sistema sanitario nazionale che in particolar modo in una regione come la nostra,fa acqua da tutte le parti.
Si è potuto mettere in evidenza come gli sprechi in ambito sanitario perpetuati dai nostri dirigenti regionali e il costante disinteresse a organizzare una progettualità che guardi al futuro, stiano portando la nostra rete ospedaliera regionale al collasso e al disservizo verso l’utenza.
Nota è la vicenda del valzer delle nomine dei manager sanitari nelle nove asp siciliane e nelle aziende autonome.
Situazione questa che ormai si perpetua da due anni e che sembra ancora non trovare una via di uscita definitiva, come non sembra rosea la prospettiva dei 2500 precari della sanità, che pur svolgendo quotidianamente il proprio lavoro con dedizione, non hanno ancora ricevuto garanzia sul proprio futuro professionale.
Nel susseguirsi degli interventi, sicuramente concreta, risulta l’interrogazione parlamentare presentata da Giuseppe Berretta che ha dato piena disponibilità a monitorare la vicenda.
Al termine del dibattito il dott. Palumbo ha concluso con una nota in cui ribadisce l’intenzione di tenere alta la tensione sulla questione e continuare a spronare le istituzioni affinché tale stato di precarietà di migliaia di lavoratori del settore possa risolversi al più presto e possa diventare uno strumento al miglioramento della qualità del servizio sanitario.
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