“San Berillo West”, Maravigna (comitato residenti) su consiglio comunale straordinario: “sarà il solito bla, bla, bla”

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“NON SEGUIREMO I LAVORI DEL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO DI DOMANI SU CORSO SICILIA. Ci confronteremo, invece e successivamente, con i consiglieri che, seppur tardivamente, hanno avuto la sensibilità di richiedere la convocazione.
“Il problema “ Corso Sicilia” nasce dalla mancata riqualificazione urbanistica dei resti del vecchio quartiere San Berillo. Per ragioni storicamente non comprensibili, lo sventramento del quartiere non fu mai completato lasciando sul territorio due realtà del tutto incompatibili tra loro una accanto all’altra: la City e un dedalo di stradine che è stato , negli anni, il luogo in cui, in maniera più o meno tollerata, si è esercitata la prostituzione.
Oggi con l’esplosione del fenomeno immigrazione la distanza tra le due realtà si e’ ulteriormente amplificata. Sono presenti, ammassate come sardine, in condizioni di vita ben al di sotto del livello standard di civiltà tipico della cultura occidentale, tre comunità di immigrati. Quella senegalese, la meno aggressiva, dedita alla vendita abusiva di merce contraffatta, quella nigeriana che opera nel settore della prostituzione, quella gambiana dedita allo spaccio di stupefacenti. Tutte queste comunità ( e le altre di minore consistenza) all’arrivo in città si insediano in San Berillo in quanto questa zona, non si sa perché e non si sa da chi, viene individuata come il sito destinato all’accoglienza cittadina degli immigrati. E’ evidente l’incompatibilità in termini di stili, costumi di vita con la comunità italiana dell’adiacente quartiere di corso Sicilia, formato in prevalenza da una borghesia strutturata che e’ il motore della città (innumerevoli gli studi professionali di notai, avvocati, commercialisti, ingegneri nonché banche, agenzie di assicurazioni e servizi finanziari): due mondi del tutto incompatibili. Eppure una cultura minoritaria di sinistra, portando avanti astrusi concetti di pluriculturalimo, rigenerazione sociale (“trame di quartiere”) si sovrappone alla democrazia e alla volontà popolare imponendo di fatto la destinazione urbanistica di San Berillo a quartiere dell’immigrazione.
MA DESTINATO DA CHI?
SONO QUESTE LE SCELTE URBANISTICHE CHE LA POLITICA HA FATTO SULLA ZONA? CERTAMENTE NO!
La politica ha la gravissima colpa di restare inerte, di non fare nulla se non vuoti proclami su mirabolanti progetti che non partono mai ( uno per tutti Corso dei Martiri). I cittadini sono sfiduciati e delusi.
Si aspettano da questa amministrazione che messe da parte le chiacchiere si renda pubblico un CRONOPROGRAMMA con assunzione di responsabilità politiche ( se non si realizza ci si dimette, non si cercano scuse per mantenere la poltrona: e’ stato colpa di questo o di quell’altro….) verificabile dalla cittadinanza e dai residenti che devono essere coinvolti .
L’amministrazione comunale dica chiaramente che: 1) i ruderi pericolanti o in precarie condizioni igienico sanitarie, devono essere immediatamente demoliti, intimandone la demolizione ai proprietari o , in caso di loro inerzia, provvedendo alla demolizione con spese a carico degli inadempienti 2) per quelli recuperabili e’ accordata ai proprietari una scadenza temporale per la presentazione di un progetto di ristrutturazione. 3) successivamente sara’ adottata una chiara scelta urbanistica sulla situazione venutasi a creare: o rilascio di concessioni per edilizia residenziale o la creazione di un parco pubblico. Ma San Berillo deve essere, da qui a poco solo un brutto ricordo per la città di Catania. Viceversa, se per ragioni che nessuno vuole sindacare ( anche se davvero sarebbero poco giustificabili o comprensibili) la politica non volesse prendere queste decisioni LO DICA CHIARAMENTE ALLA CITTÀ. SIA INTELLETTUALMENTE ONESTA. Non si perseveri nella logica perversa di promesse irrealizzabili di riqualificazione che non saranno mai mantenute. I cittadini italiani di corso Sicilia potranno così finalmente decidere se rimanere o andarsene dal quartiere. Chiediamo solo chiarezza ed onesta’ intellettuale a chi si e’ assunto l’onere di amministrare la nostra città.” “
Ivan Maravigna.

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Benanti

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