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Sanità all’italiana, atto quarto: anche Pietro, fratello di Salvatore Crisafulli, in sciopero della fame!
Pubblicato il 17 Luglio 2012
Si fa davvero ulteriormente drammatica la vicenda che mette sotto accusa il sistema sanitario che impedisce le cure. Nel Paese in cui si fanno proclami in difesa della vita. Occorre che tutti facciano la loro parte, a cominciare dalla politica
Di iena sanitaria, Marco Benanti
Anche Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore (nella foto), ha deciso di iniziare lo sciopero della fame. “All’ottavo giorno di protesta -ha detto il presidente di ‘SiciliaRisvegli onlus’- dalle Istituzioni nessun segnale. Se muore mio fratello morirò anch’io. Prima di dimettersi, Lombardo faccia qualcosa di buono per la Sicilia”.
E’ sempre più drammatica la situazione che si vive attorno a Salvatore Crisafulli, il 46enne catanese affetto dalla sindrome di locked-in, da nove in stato vegetativo dopo un incidente stradale, in protesta contro il sistema sanitario nazionale che non gli consente di sottoporsi al trapianto delle staminali mesenchimali in Sicilia, a causa della mancata creazione di laboratori ad hoc sull’isola in cui coltivare questi particolari tipi di cellule. Per questo Salvatore aveva deciso di ricorrere allo sciopero della fame: ora lo segue suo fratello.
Secondo Pietro, presidente dell’associazione “Sicilia Risvegli onlus”, “gli ostacoli frapposti dalla sanità alla creazione di questi laboratori specializzati e dunque al trapianto delle staminali, celano interessi economici dominanti delle case farmaceutiche che hanno tutto l’interesse di opporsi allo sviluppo di nuove metodologie che rischiano di soppiantare l’uso di moltissimi medicinali”.
Fa riflettere, malgrado i tanti messaggi di solidarietà apparsi sulla sua pagina facebook, il silenzio di tanti media. Perché? Perché tanto cinismo di fronte al dramma umano?
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