Sanita’ all’italiana “divieto di curarsi”: il giudice del lavoro di Venezia da’ il via libera alla cura con staminali!


Pubblicato il 24 Agosto 2012

Riconoscimento per l’opera del dott. Marino Andolina (nella foto), perseguitato dallo Stato italiano. “Colpevole” di voler curare le persone con gravi malattie? Lo avevamo intervistato noi di “ienesicule” qualche mese fa…

Ecco il comunicato che ci arriva da “Sicilia Risvegli Onlus”:

” ‘Nè il Prof. Davide Vannoni nè il Dott. Marino Andolina ci hanno mai chiesto denaro nè “donazioni”, hanno addirittura presenziato e gestito il prelievo dello stroma osseo pagandosi trasferta e tempo investito’ .

A pronunciare queste parole in difesa della Stamina Foundation, la onlus che ha sperimentato il trapianto di cellule staminali anche su persone in stato vegetativo, e che da anni è oggetto di un’inchiesta da parte della magistratura torinese, è stato Giuseppe Camiolo, il padre della piccola Smeralda, la bimba catanese di diciassette mesi che si è sottoposta con successo ad un primo trapianto all’ospedale di Brescia e che, dopo il sequestro dei laboratori, ha dovuto sospendere le cure.

E’ stata l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), lo scorso 15 maggio, a seguito di ispezioni dei carabinieri del Nas, inviati dalla Procura di Torino, ad emettere un’ordinanza che bloccava il trattamento sperimentale e l’accordo di collaborazione dell’ospedale di Brescia con la onlus Stamina Foundation. Onlus sotto inchiesta a Torino per associazione a delinquere, truffa, somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica. Tredici gli indagati tra i quali lo stesso fondatore il professor Davide Vannoni e il pediatra Marino Andolina.

Cure che sono state somministrate gratuitamente e che costituiscono una concreta speranza di miglioramenti per centinaia (soltanto in Italia) di casi analoghi.

I dati sono davvero impressionanti, nella sola Sicilia ci sono 241 persone che attendono di sottoporsi al trapianto. Solo a Catania sono 43. Sei di loro sono morti nei mesi scorsi.

In attesa di trapianto c’è anche Salvatore Crisafulli, il 46enne catanese affetto da sindrome di locked-in, da nove anni in uno stato semi vegetativo a seguito di un incidente stradale. Alcune settimane fa lo stesso Salvatore aveva praticato lo sciopero della fame per oltre 2 settimane, per dare un segnale forte alle Istituzioni, affinchè venissero riaperti i laboratori di Brescia e dunque ripristinati i trapianti di staminali.

A lui si era unito qualche giorno più tardi il fratello Pietro, presidente di Sicilia Risvegli onlus, ma senza alcun risultato. Circa un mese fa, lo stesso Pietro Crisafulli aveva inviato una lettera a Benedetto XVI, chiedendogli di intercedere con chi di dovere. Ma anche dal Vaticano il silenzio assoluto.

L’altro ieri, il giudice del lavoro di Venezia ha accolto positivamente il ricorso del papà della piccola Celeste, una bimba di due anni, malata di atrofia muscolare spinale, per la quale il magistrato ha disposto, in via d’urgenza, ordinando all’ospedale di Brescia, l’effettuazione di un’infusione immediata delle cellule staminali. Una decisione che, in attesa di quella definitiva prevista per il prossimo 28 agosto, restituisce speranza a tanti malati.

Speranza che coltiva anche Irene Sampognaro, moglie di Giuseppe Marletta, l’architetto catanese in coma vegetativo dal 2010 a seguito di un banale intervento chirurgico. Una vicenda su cui sta indagando la magistratura.

La stessa rivolgendosi con una lettera al PM Raffaele Guariniello afferma:”Coloro che hanno costretto mio marito ad una vita vegetativa sono stati lasciati indisturbati nel loro posto di lavoro- ha dichiarato oggi Irene Sampognaro- mentre i medici che tentano di fare l’impossibile per curare casi disperati come il suo vengono inspiegabilmente ostacolati. Conosco il dott. Marino Andolina. È un grande uomo di scienza- ha sottolineato – il primo al mondo ad avere iniettato staminali. Non ho dubbi sulle sue capacità e sulla sua professionalità. È venuto fin qui a Catania e ha visitato mio marito Giuseppe, insieme a Salvatore Crisafulli ed altri, tutto a spese sue. Sottolineo che non gli ho mai dato un centesimo, e che è lungi da lui chiedere soldi. Ce ne fossero di medici come lui che fanno del proprio mestiere una vera missione! Ognuno ha il sacrosanto diritto di avere l’opinione che vuole sulle staminali, ma giammai a scapito della vita altrui. La macchina della giustizia deve muoversi contro chi con il proprio comportamento ha mostrato un assoluto disprezzo per la vita altrui e non contro chi cerca di salvarla”.

Altra analoga lettera inviata allo stesso magistrato con contenuti davvero impressionanti, da Bruno Talamonti, rimasto vedovo dopo la morte della moglie. “Gentilissimo Giudice, anche noi ci eravamo rivolti al Dottor Marino Andolina, il quale senza esitare un istante, senza promettere false speranze, senza chiedermi un centesimo per la “Stamina Foundation”, l’unico uomo al mondo che ha dato senza chiedere, era pronto a tentare di salvare una persona in coma allo stato vegetativo, situazione che alla nostra sanità costava, circa 900,00 euro al giorno “.

Poi riferendosi a Maria Antonietta Coscioni scrive: “Nel lungo percorso di sofferenza, non mi ha mai proposto idee o suggerimenti a tal proposito, ma continua costantemente ad inviarmi e-mail, con le quali, oltre a darmi notizie politiche, non perde mai l’occasione per chiedere offerte in favore della loro associazione”.

Ci sono parole anche per Francesco D’agostino, Presidente del Comitato Di Bioetica Nazionale, il quale “saprà dire dove sia finita la pratica da esaminare della povera Santa Illuminati, inviatagli il 25/10/2011, dal Comitato Etico degli Ospedali Riuniti Marche Nord?”.

“A questo punto mi sento in dovere morale di scendere in campo, a sostegno della “Stamina Fondation, e per chiedere giustizia a chi ha partecipato affinché Santa decedesse, senza tentare la cura richiesta, come la Piccola Celeste di Venezia, la piccola Smeralda di Catania, ma soprattutto in nome di una persona speciale, come il Dottor Marino Andolina, infamato in questa vicenda, il quale si è adoperato gratuitamente e con un’umanità indescrivibile per Santa e la nostra famiglia.

Affinché non succeda più ciò che e’ successo a Santa, faccio appello alla sua coscienza umana: la prego umilmente di far riprendere al più presto tale terapia, per tutte quelle persone che stanno soffrendo quotidianamente, nei vari letti di ospedali o case private, perché le assicuro che la vita ridotta ad un letto e il battito a un macchinario è qualcosa di insostenibile e psicologicamente devastante”.

Centinaia di e-mail sono state inviate all’associazione “Sicilia Risvegli” da Milano a Napoli, da Verona a Roma, da Siracusa, da Palermo: si tratta dei familiari di pazienti in stato vegetativo che si sono detti pronti ad incatenarsi sotto le sedi opportune per chiedere la riapertura di quei laboratori nella convinzione che il trapianto di staminali restituisca loro una possibilità di miglioramento. Giorno 4 settembre l’associazione “Sicilia Risvegli, ed alcuni familiari dei pazienti con cure interrotte, faranno un sit in davanti al Tar di Brescia”.


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