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Sanità all’italiana: Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, al quale viene impedito di curarsi con le staminali, scrive al Papa!
Pubblicato il 21 Luglio 2012
Mentre Stato e stampa seria, presi dalle “emergenze” economiche, se ne fottono, chi difende la vita si rivolge al massimo tutore della vita sulla Terra. Intanto, continua lo sciopero della fame…
A cura di Iena Sanitaria, Marco BenantiEcco il testo della lettera inviata a Papa Benedetto XVI da Pietro Crisafulli, presidente di “Sicilia Risvegli onlus” (nella foto con il fratello Salvatore).
“Sua Santità,
sarà certamente a conoscenza della vicenda di mio fratello Salvatore, catanese di quarantesi anni, affetto da locked-in syndrome (“chiuso dentro”), immobilizzato da nove anni, due dei quali vissuti in stato vegetativo, a seguito di un grave incidente stradale. Da dodici giorni Salvatore è in sciopero della fame per chiedere di essere sottoposto al trapianto delle cellule staminali cosiddette “mesenchimali”, una metodologia già sperimentata con successo in Italia, ma ostacolata dagli interessi economici di chi si oppone al progresso scientifico.
Mi appello a Lei, Sua Santità, che è rimasto l’unico vero difensore della vita, perché interceda immediatamente con le autorità politiche e sanitarie italiane in favore di Salvatore e di tutte quelle persone che come lui vivono nelle stesse condizioni. Da lunedì scorso mi sono unito anche io allo sciopero della fame iniziato da mio fratello, le cui condizioni di salute, in assenza di nutrizione, peggiorano di giorno in giorno e non le nego che a breve la sua vita potrebbe essere a rischio.
Tutti noi non possiamo dimenticare le Sue parole, pronunciate in occasione di uno dei Suoi tanti interventi, con particolare riferimento alle tematiche dell’eutanasia, con le quali definiva “vita” lo stato vegetativo. Anche noi siamo stati a favore della vita e contro l’eutanasia. Ma, se muore Salvatore, allora morirò anch’io. Ci aiuti. Intervenga subito, prima che sia troppo tardi.”
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