di iena marco pitrella
Il fatto non era scontato ma è accaduto: all’udienza di giovedì 7 settembre, l’Ordine dei Medici di Catania si è costituito parte civile.
In fondo, l’avevamo scritto «è bene che lo faccia, è meglio che lo faccia»; Alfio Saggio, il presidente, con il legale Franco Passanisi, l’ha fatto, appunto: bene.
L’Ordine dei medici è parte civile dunque, e il procedimento è quello che con progetti del «Piano Sanitario Nazionale», presentati dal «Policlinico» e presentati dal «Garibaldi» ha a che fare; ed è procedimento che ha visto indagate a vario titolo diciassette persone indagate per incarichi attribuiti a «predestinati» o a parenti.
Del resto, l’Ordine non poteva fare diversamente essendo coinvolti Igo La Mantia, che dell’ordine dei medici è stato presidente, Ezio Campagna, posizione stralciata, ha chiesto il patteggiamento, e che, ancora, dell’ordine dei medici ne è stato vicepresidente; Aldo Missale, divenuto sempre dell’ordine dei medici è direttore amministrativo a 90mila euro l’anno e a chiudere, Sebastiano Ferlito, consigliere eletto in lista con La Mantia.
Paola Campagna, «la figlia di papà», ha chiesto anch’ella il patteggiamento, come il patteggiamento l’ha chiesto anche Giuseppe Di Rosa, che dell’ordine dei medici è componente dell’organismo di vigilanza.
Coinvolto Filippo Di Piazza, segretario alla presidenza dell’Ordine dei medici di Palermo; e in quel di Palermo, Di Piazza, per un periodo contemporaneamente direttore amministrativo, era dirigente alla Fondazione (che con l’Ordine ha a che vedere) e direttore generale del Cfss, Centro formazione sanitario Sicilia.
E sulla formazione pare vi sia un secondo filone d’inchiesta.
L’Ordine dei medici, intanto, è parte civile; come parte civile è il «Policlinico», e parte civile è il «Garibaldi», ed è giusto che sia così.
Vada come vada e nel rispetto della presunzione d’innocenza, la sanità è questa qua: in Sicilia è zona grigia dove ci stanno i figli, dove ci stanno i nipoti (o le nipoti) e dove ci può stare addirittura la suocera, basti pensare ai «tre della vaniddazza», Scavone, Arcidiacono e Razza (link in basso).
Non è un caso, forse, che l’assessorato regionale alla sanità di costituirsi parte civile non è abbia avuto intenzione alcuna: Giovanna Volo, l’assessore, è troppo impegnata a trovare la quadra per la nomina dei – nuovi e/o prorogati – dirigenti delle Asp? Chissà.
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